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13 Jun 2018

Ieri una giornata speciale targata Fondazione Dinamo con il Dinamo Camp pensato per i ragazzi del Centro RNM

Un Dinamo Camp speciale, che permetta anche ai bambini con doti eccezionali di passare un pomeriggio nel segno del divertimento e del gioco. Da sempre Fondazione Dinamo pone al centro delle sue attività l’inclusione e l’attenzione verso il proprio territorio, partendo da quel mantra fondante che è “Ca semus prus de unu giogu”: ispirati da questo principio fondamentale, in collaborazione con il Centro RNM, ieri pomeriggio si è svolta una serata speciale del Dinamo Camp, dedicata a bambini e bambine, ragazzi e ragazze con problematiche neuropsichiatriche complesse.

Dinamo Special Camp. Ieri pomeriggio, nella palestra del Convitto Nazionale Canopoleno, partner biancoblu e location delle tappe cittadine del Dinamo Camp, si è tenuto un incontro speciale con i bambini del Centro RNM e lo staff dei Camp. Quindici bambini, tra i sette e i quindici anni, hanno vissuto un pomeriggio del Dinamo Camp diviso tra l’attività teorica e quella sul campo. A rompere il ghiaccio e fare gli onori di casa l’assistant coach Paolo Citrini che ha accolto i ragazzi e introdotto l’incontro. Insieme a Citro a dialogare con i ragazzi anche coach Andrea Mulas, che ha poi guidato la parte pratica sul campo, il giocatore della Dinamo Banco di Sardegna Marco Spissu, l’ala della Cagliari Dinamo Academy Michele Ebeling e il coach-giocatore della Dinamo Lab Fabio Raimondi. “Lo sport qualsiasi esso sia ha il dono incredibile di regalarci le emozioni, di renderci felici, di farci provare delle belle sensazioni _ha esordito Paolo Citrini_”. I giocatori Spissu ed Ebeling hanno raccontato la loro storia, com’è nata la passione per la pallacanestro, il cammino fatto per diventare dei professionisti che li ha portati ad andare via presto da casa, come nel caso di Tatu, o di crescere per poi tornare nella propria città natale e disputare la serie A come è successo a Minispì. Grande curiosità per la storia di Fabio Raimondi che ha catalizzato l’attenzione dei ragazzi: per lui, giocatore con trent’anni di carriera sulle principali ribalte italiane ed europee, bandiera della nazionale italiana di basket in carrozzina e reduce dalla prima esperienza come allenatore, è tutta una questione di volontà. “Non sempre possiamo scegliere cosa succederà nelle nostre vite _ha spiegato_ ma possiamo decidere di prendere anche le cose brutte e trasformarle in una risorsa, in un’opportunità. È quello che ho fatto io e posso dire con piacere che non ho alcun rimpianto per quello che ho fatto nella mia vita: ho accettato tutte le sfide che ho incontrato sul mio cammino e non ho mai smesso di crederci e di provare ad alzare l’asticella sempre un po’ di più”. Dopo un primo giro di presentazioni e confronto sulla pallacanestro i ragazzi hanno posto ai giocatori e allo staff le loro domande e curiosità. Spazio quindi al campo dove i giovani atleti hanno iniziato con giochi di coordinamento fisico e motorio, prima senza palla. “Se ci fate caso in campo ci sono sempre 9 giocatori su 10 senza palla _ha esordito coach Andrea Mulas_ questo significa che è importante prima di tutto imparare a lavorare senza”. Dopo un po’ di riscaldamento i ragazzi hanno iniziato a fare delle piccole sfide, divisi in squadre, con percorsi a ostacoli: assoluti protagonisti Marco Spissu e Tatu Ebeling che si sono calati nei ruoli di capitani, aiutando i giovani atleti, incitando i propri compagni di squadra e insegnando loro qualche trucchetto. A chiudere la parte pratica sul parquet la sfida al tiro con due turni prima con il terzo tempo, poi con tiro dalla media. Al termine dell’allenamento i ragazzi hanno chiacchierato sul gioco, facendo un brainstorming sul basket e le parole che sono emerse dal gioco sono state tutte molto interessanti. Da quelle legate al campo semantico - come squadra, competizione, canestro, falli - fino a concetti più articolati e carichi di significato come divertimento, partecipazione, collaborazione, rispetto per i compagni, rispetto delle regole e dei ruoli, volontà, perfezionarsi, saper vincere e saper perdere, allenamento, passione, gioia, nuove amicizie.

Prima di chiudere il pomeriggio c’è stato il classico saluto al centro del campo, come fanno tutte le vere squadre: perché a volte basta un pallone a spicchi e la voglia di divertirsi per annullare le differenze, le diversità, e diventare una squadra invincibile.

Centro RNM. Il Centro RNM è un centro di riabilitazione globale privato convenzionato con la ASL e si trova a Sassari in via Luna e Sole. Accedono al Centro sia minori che adulti per effettuare trattamenti riabilitativi con frequenza variabile, la convenzione con la ASL permette che tali trattamenti siano effettuati senza alcuna spesa a carico dei pazienti. I minori seguiti (circa 140) presentano delle diagnosi neuropsichiatriche complesse (Disturbo Autistico, Ritardo Mentale, Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, Paralisi Cerebrali Infantili) ed effettuano trattamenti sulla base di un progetto individualizzato sui loro specifici bisogni (fisioterapia, logopedia, trattamenti psicoeducativi, ecc).  Il percorso con ogni minore (da 0 a 18 anni) prevede anche un coinvolgimento del loro ambiente di vita (casa, scuola, sport) per rendere il più utile possibile i trattamenti riabilitativi. Nella prospettiva di fornire loro maggiori strumenti possibili a livello relazionale e promuovere una sempre maggiore integrazione-inclusione sociale, periodicamente si portano avanti dei progetti specifici.

 

Sassari, 13 giugno 2018

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna