Salta al contenuto principale
01 May 2016

Ieri il numero uno biancoblu ha presenziato alle assemblee di istituto dei due licei classici cittadini.

Mattinata densa di impegni per il presidente della Dinamo Banco di Sardegna: ieri Stefano Sardara è intervenuto alle assemblee di istituto dei due licei classici della città, il Convitto Nazionale Canopoleno. già partner biancoblu, e il Liceo Classico “Azuni”.

Convitto Canopoleno. Accompagnato da una delegazione biancoblu, composta dal capitano Jack Devecchi e Denis Marconato insieme a Roberta La Mattina, responsabile del mini basket Dinamo, Giovanni Piras, responsabile del settore giovanile e Massimo Bisin, responsabile tecnico del settore giovanile, il presidente Stefano Sardara ha presentato alla nutrita platea dell'Aula Magna del Canopoleno le attività della Fondazione Dinamo, attiva sul territorio ormai da diversi anni. Al tavolo presente anche una rappresentanza della Fondazione Sef Torres, Umberto Carboni e Gabriele Satta, molto attiva alle problematiche della città, e due ex giocatori: Alex Frau e Simone Deliperi. Tutti i presenti hanno sottolineato l’importanza di fare attività nel sociale, sfruttando l’appeal che le realtà sportive possono avere, per veicolare messaggi importanti diretti ai giovani e a chi si trova in difficoltà.

A spiegare l’importanza di questa attività è stato Stefano Sardara: “La Sassari sportiva ha una grande inclinazione nel sociale, e noi come Dinamo ne siamo l’esempio. I giocatori hanno un appeal maggiore nel trasmettere un messaggio. Fondazione Torres e Fondazione Dinamo vogliono e devono lavorare affinché le attività sul territorio siano sempre maggiori e costanti. Io sono socio fondatore di Fondazione Torres e ne vado orgoglioso, credo sia importante il confronto tra le varie Fondazioni: dobbiamo sempre avere visione periferica, ampliata ai lati, coinvolgendo il maggior numero possibile di soggetti, soprattutto giovani. In questi anni abbiamo partecipato a tante iniziative come Dinamo e come Fondazione ma credo che una delle più belle sia stata la Teddy Bears Toss, il lancio di peluche sul parquet di dicembre 2014: una delle più belle perché ha avuto un grande impatto mediatico e ci ha permesso di portare una vagonata di bustoni di peluche in tante comunità e associazioni. Con la Fondazione Dinamo abbiamo fatto tanto, partendo dal tema dell'alimentazione tra i giovani, fino a toccare tante altre tematiche importanti, e siamo sempre pronti a raccogliere nuove sfide e buttarci in nuovi progetti”.

Il capitano Jack Devecchi: “In tanti vedono nel giocatore il modello da seguire. Sappiamo che dobbiamo essere bravi a dare un buon esempio e trasmettere dei valori. La Dinamo è una società che organizza molte attività e noi siamo sempre orgogliosi di questo. A volte facciamo anche i fratelli maggiori, per esempio io e Denis un paio di settimane fa abbiamo preso un ragazzo del settore giovanile e gli abbiamo un po' tirato le orecchie”. 

Denis Marconato: “Confermo quello che ha detto Jack. Da quando ho cominciato e in questi venti anni di carriera, ho sempre fatto attività extra sportive. Crescendo ho capito sempre più il valore di questo aspetto del nostro lavoro. Sappiamo che siamo esempi e vogliamo trasmettere valori positivi”.

Liceo Azuni. Nella palestra di via Venezia il presidente biancoblu è poi intervenuto all’assemblea degli studenti del Liceo Azuni. Qui spazio alle curiosità con tante, tantissime domande da parte degli studenti sul presente e il futuro della Dinamo. Stefano Sardara ha risposto uno per uno agli studenti, a partire da un pronostico sulla gara di mercoledì con Milano, passando per i giocatori che in questi anni gli sono rimasti più nel cuore. Alla domanda “Ma che lavoro fa oltre a fare il presidente?” il numero uno  biancoblu ha risposto ”Dal 1° gennaio a oggi ho preso 119 voli, di hobby faccio questo, colleziono voli _ha scherzato_ di mestiere invece faccio l’assicuratore”. Ancora dal pubblico: “Perché ha deciso di prendere la Dinamo nel 2011?” “La maggior parte di voi non ha vissuto gli anni '80 e '90 della Dinamo, quando si era forse meno competitivi ma la A2 ci sembrava il massimo. La mia generazione che ha vissuto quegli anni è cresciuta con il mito della Dinamo. Quando nel 2011 si rischiava l’estinzione abbiamo fatto l’unica cosa che fosse possibile per salvarla: creare una realtà aziendale nel mondo sportivo. Non è stato tutto rose e giori ma ci siamo tolti qualche soddisfazione e ne vado fiero”.

 

Sassari, 01 maggio 2016

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna