17/01/2022 |
00:05:30
Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo sarete se non farete nulla per cambiarla. Esistono stagioni in cui commetti degli errori, ma la bravura sta nel capire dove si è sbagliato e cercare in tutti i modi di porvi rimedio. È quello che ha fatto la Dinamo, che non può permettersi di aggiungere o disfare a piacimento, facendo extra budget soprattutto in tempo di pandemia, o fare quello che hanno fatto altri, sostituire gli infortunati sotto contratto con giocatori di altissimo livello. Sono usciti Clemmons e Battle, sono entrati Robinson e Kruslin, oltre all’arrivo in panchina di coach Piero Bucchi. Borra ha finito il gettone per sostituire Diop ed è andato alla Fortitudo. Mattone dopo mattone il Banco sta ricostruendo la propria identità, sta prendendo forma e il successo contro Trento fortifica questo percorso. Quattro vittorie in cinque partite con il solo passo falso di Cremona post Covid sono un bel biglietto da visita, compresa l’impresa sfiorata a Bologna e la battaglia con Napoli. Ma soprattutto per come sono maturate, per quello che si è visto in campo. Robinson sta giocando un basket straordinario, non solo per le cifre pazzesche, ma per quello che dà alla squadra in termini di leadership, di difesa, di presenza. Sembra il perfetto incastro sul perimetro per una squadra che ha ritrovato spirito, energia e intensità difensiva. Contano il numero di possessi non i punti, contano le giocate non le statistiche, contano le scelte e come le interpreti. Ed in questo la prova di Kruslin di ieri è stata straordinaria, ultimo quarto difensivo di altissimo livello, bomba del sorpasso, in questo senso giocatore assolutamente chiave. E nelle difficoltà emergono le opportunità, con Mekowulu stoicamente in campo nonostante un virus intestinale, ci ha pensato il miglior Diop (la pazienza di aspettare lui e Treier dopo gli infortuni) della stagione a far sentire la sua presenza in area, per la prima volta la Dinamo non ha sofferto, anzi si è chiusa per costringere Trento a fare cose diverse nonostante la sua spiccata fisicità di squadra. Bendzius e Logan sono stati determinanti, il primo per aver diversificato il suo gioco, per aver preso il testimone di leader in campo datogli da Bucchi anche quando fa poco canestro, ed è un dettaglio non da poco come per il professore che quando la palla scottava a ripreso a far correre l’attacco del Banco. Mancano ancora dei tasselli, rivedere il miglior Burnell, avere Gentile al 100% della sua condizione fisica, riuscire a lavorare insieme per diventare realmente consistenti. E in questo l’esempio del capitano, ormai stabilmente nelle rotazioni pur con tanti esterni, è un segnale che il coach ha voluto dare forte e chiaro. Sei sconfitte consecutive, una Champions durissima e una struttura da ricostruire potevano lasciare presagire scenari decisamente peggiori, in due giornate passi dall’Inferno al Paradiso, ma quando riesci a cambiare riuscendo a svoltare e migliorare, allora hai fatto l’ennesimo passo di chi non lascia mai nulla al caso. Oggi la Dinamo è tornata ad essere competitiva, a combattere, se prima tutti volevano incontrarla, adesso guardando il calendario hanno sicuramente una percezione diversa, quella da vecchia Dinamo.
Dinamo Banco di Sardegna | Sardegna | Basketball Champions League | Stefano Sardara | Gianmarco Pozzecco | Marco Spissu