La decima del capitano

La decima del capitano

Non è soltanto la decima partecipazione della Dinamo alle Final Eight di Coppa Italia in undici edizioni da quando il Banco è in serie A, ma lo è anche per l’esempio più lampante di cosa significhi essere capitano ed onorare la maglia, ovvero Jack Devecchi

“La manifestazione più bella che si possa giocare”

Maglia numero 8 sulle spalle, il ragazzo di Graffignana, piccolo paese in provincia di Lodi, apre il libro dei suoi ricordi. Tantissimi, bellissimi, alcuni indelebili, qualche delusione, ma in generale una Coppa Italia è qualcosa che tocca Jack in maniera particolare

“La competizione più bella, ad eliminazione diretta con gare secche, giorni incredibili con tanti tifosi, otto squadre, un turbinio di emozioni e di stati d’animo pazzeschi. Non posso che dire che la prima Coppa Italia vinta, quella del 2014, rappresenta qualcosa di speciale, il primo trofeo della storia della Dinamo, da assoluti underdog, eliminando la favoritissima Milano, arrivando in finale battendo Reggio Emilia per poi riuscire nell’impresa di chiudere il ciclo di Siena che vinceva da 5 anni”

Con Milano per Devecchi sarà la 18 esima presenza in Coppa Italia in maglia Dinamo

La Dinamo, che ha strappato per le unghie l’accesso in ottava posizione, avrà di fronte la testa di serie numero 1 e super favorita per la competizione, che è prima in LBA con 8 vinte nelle ultime 10 in Eurolega (3° posto in classifica), ovvero l’AX Milano di coach Ettore Messina.

“Accoppiamento durissimo, è un peccato arrivarci dopo questa situazione perché con Brindisi avevamo dimostrato di aver trovato equilibrio e di essere sulla strada giusta. Adesso dovremmo essere bravi a mettere sul parquet lo stesso tipo di energia e di determinazione, non sarà facile, Milano è fortissima e lo sta dimostrando ovunque specialmente nell’ultimo mese, ma ci proveremo”

Proprio per questo Devecchi mette l’accento su un tema chiave del match contro le Scarpette Rosse, l’inizio di partita

“In queste partite è fondamentale l’approccio, se lasci subito un gap agli avversari e a una squadra come Milano, dopo diventa durissima rimontare e portare a casa il match. Soprattutto dopo questa situazione, la chiave sarà essere pronti da subito fisicamente e mentalmente ad una partita del genere”

“Sono fiero e orgoglioso di portare la fascia al braccio e rappresentare questo gruppo”

Non ci sono segreti di longevità per il capitano, c’è un unico comun denominatore, la passione, la professionalità, non ha mai guardato al passato, ha guardato sempre avanti, step by step, senza porsi obiettivi a lungo termine come dopo l’infortunio

“È stato un momento difficilissimo, ma già il giorno dopo sapevo che sarei tornato in campo, vivo giorno per giorno e sono fiero di essere capitano della Dinamo e di questo gruppo, che dopo un inizio molto difficile, è riuscito a qualificarsi alla Coppa Italia”

C’è poi il rapporto con coach Piero Bucchi, Jack è fondamentale anche fuori dal campo e la stima nei confronti dell’allenatore bolognese è reciproca

“Piero è arrivato in punta di piedi, è riuscito subito a trasmettere serenità al gruppo, riuscendo a toccare le corde dei giocatori. Inoltre ha responsabilizzato Robinson in maniera netta in campo, dandogli le chiavi della squadra e ha ottenuto un grandissimo risultato sia a livello di impatto che a livello di playmakeraggio, queste sono le chiavi

Per la decima volta Jack Devecchi uscirà dal tunnel che porta al campo per iniziare le Final Eight, presentazione squadre, inno nazionale, palla a due, emozioni, sguardi, urla, pacche sulle spalle, magari una tripla e uno sfondamento, sempre con lo stesso spirito della prima volta, quello da Dinamo