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10 Feb 2014

tifosiIl popolo biancoblu non è voluto mancare all'appuntamento con la storia e ha festeggiato assieme alla sua Dinamo la vetta più alta mai raggiunta in oltre 50 anni di storia

Storia biancoblu. Non succede, ma se succede...e alla fine, è successo. La Dinamo Banco di Sardegna ha conquistato la prima Coppa Italia della sua storia, lo ha fatto a Milano davanti a un palazzetto vestito di biancoblu, lo ha fatto vincendo tre gare in tre giorni, eliminando prima i padroni di casa della EA7 Olimpia Milano, poi la Grissin Bon Reggio Emilia dell'ex James White e quindi, in una finalissima tutta basket, pathos e emozione, i detentori del trofeo e campioni d'Italia in carica della Montepaschi Siena. La Dinamo, Sassari e la Sardegna intera hanno visto il loro sogno trasformarsi in realtà , non nel segno della casualità , ma dell'impegno, della passione e della programmazione. Il Banco e i suoi tifosi, grandi protagonisti sulla scena di una festa lunga una notte, pardon, una giornata intera: 24 ore di sana follia cestistica e grande amore per i colori biancoblu.

In volo per la storia. La Dinamo batte Reggio Emilia in semifinale, l'onda emotiva e debordante, alimentata dall'impresa compiuta ai quarti contro le scarpette rosse, capace di trascinare in un vortice di entusiasmo un'intero popolo. Il tam tam corre veloce nella rete, si capisce che l'appuntamento è da non perdere. Vengono presi d'assalto i siti delle compagnie aeree poi, in piena e tarda notte, il bagliore accecante. Il presidente Stefano Sardara conferma i sussurri, il sito ufficiale rilancia: grazie alla grande disponibilità  dello sponsor Meridiana si organizza un charter Olbia – Milano, in rotta verso la storia. In un amen i 150 posti vanno esauriti, altri cercano altre vie e al mattino di un'indimenticabile domenica 9 febbraio la Club House è «assediata» come nei migliori post partita di campionato. Una carovana di macchine si dirige verso l'aeroporto di Olbia, eterogenea ma con un comune denominatore: la Dinamo. Tifosi di tutte le età , uomini e donne, che si incontrano e socializzano all'ombra del canestro. Fra un caffè e quattro chiacchiere l'emozione è evidente, c'è la positiva tensione che precede gli esami importanti, tutti aspettano solo di salire la scaletta e ritrovarsi a Linate. Ognuno con il suo biglietto, ognuno con il suo posto, una lettura dei giornali e inevitabili accenni al biancoblu. L'equipaggio socializza con i passeggeri, al Forum ci saranno anche piloti e hostess: il volo fugge via sereno, l'atterraggio è morbido, l'adrenalina sale.

A Milano. Il gruppo di tifosi organizzati del «Commando» si compatta, sulle navette partono i primi cori, telecamere e telefonini filmano a futura memoria, l'aria è elettrica ed elettrizzante. L'ingresso in aeroporto è un'esplosione di identità  e passione: «In casa giochiamo noi» è coro che risuona alto e che assieme agli altri proposti fa capire che Sassari e la Sardegna ci sono e sono pronti alla sfida. Un'ora d'attesa, per mangiare, fare il punto e ripartire, alla grande. Qualcuno già  prende la via di Assago, altri restano a Linate: l'appuntamento è fissato, la palla a due è alle 18 e non si può sbagliare. Quando gli autobus con i 150 tifosi della Dinamo arrivano a palazzo l'emozione schizza alle stelle, al loro ingresso nel settore riservato il colpo d'occhio è forte e quando con il passare dei minuti il blocco si arricchisce e compatta, quando in tutti i settori del Mediolanum Forum compaiono maglie biancoblu, sassaresi, sardi e simpatizzanti, si capisce che il coro («In casa giochiamo noi») raccontava una verità . Il tifo è incessante, entrano anche i supporter di Siena, la musica scandisce il passare del tempo, la presentazione della Dinamo è un'ovazione continua. Il match è storia, raccontata, rivissuta, scritta e custodita gelosamente nello scrigno di una indelebile memoria destinata a durare a lungo ed essere tramandata di generazione in generazione. La sirena finale scatena la festa, il parquet è il palcoscenico su cui la Dinamo festeggia il suo meritato e stra-voluto trionfo. Tutta la Dinamo, staff, dirigenza, roster festeggia in mezzo al campo: fra maglie celebrative, canotte biancoblu, lacrime, sudore e fortissimi abbracci. La dedica è per Giovanni Cherchi, gli applausi sono per chi ha superato il mare, per chi ha preso il treno, la macchina o semplicemente la metro ed ha raggiunto il Forum. Per tutti i sardi e sassaresi che si sono stretti attorno alla loro Dinamo, l'hanno abbracciata forte e condotta al successo. Il presidente Sardara e la squadra vanno sotto la curva, salutano il pubblico alzando al cielo la coppa e vivendo l'emozione della prima volta assieme al popolo biancoblu. Ed anche quando il palasport lombardo si svuota, il popolo rimane lì, ad applaudire, piangere, ricordare, commentare. A ricevere ancora l'omaggio di capitan Vanuzzo, che tagliato un pezzo di retina va a regalarla ai suoi tifosi.

Lieto finale. Una giornata intensa, cominciata già  la notte prima e ancora viva anche in chi ha il corpo spossato dalla piacevole e gratificante fatica. La carovana di tifosi raggiunge gli autobus parcheggiati fuori dal palazzo, tutto è ancora troppo vivo per non continuare, incessantemente, a raccontarlo e riviverlo. Si chiudono le porte, direzione Linate, solo sorrisi e volti soddisfatti, il rumore di fondo è quello dei cellulari che riproducono i video del match, della festa. Al telefono si racconta a chi non ha potuto essere presente ciò che è stato, le voci sono roche e danno l'idea di cosa è stato. L'ingresso in aeroporto è ancora una volta all'insegna dei cori, poi tutti a prendere il biglietto, imbarco immediato e rotta verso l'Isola. In volo l'adrenalina non consente a nessuno di dormire, l'intercalare sassarese la fa da padrone nei racconti, allo sbarco gli ultimi saluti e l'appuntamento a Sassari. In macchina la musica accompagna il viaggio, interrotta, neanche a dirlo, dal parlare dell'impresa. Qualche ora di sonno, per chi ne ha, e il nuovo risveglio. La domanda è d'obbligo: ma, è tutto vero? Si, è verissimo!

Sassari, 10 febbraio 2014

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna