
Viola Frongia, responsabile delle Relazioni Internazionali della Dinamo Banco di Sardegna, racconta il viaggio della Dinamo sulla scena europea: l'intevista in esclusiva sull'ultimo numero del Magazine biancoblu DinamoMania
Viola Frongia, sassarese classe 1991, una laurea in Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali e un master in Sports Management e Marketing, è il volto che ha rappresentato la Dinamo Banco di Sardegna ai sorteggi della Basketball Champions League lo scorso 10 marzo. Dal 2014 si occupa delle Relazioni Internazionali del club e ha vissuto in prima persona il percorso della Dinamo nella ribalta cestistica continentale, dalla stagione di debutto in Eurolega a questa storica annata di esordio della Fiba Basketball Champions League.
“Il mio ruolo è nato nel 2014, con l’esordio del Club in Eurolega – spiega - .Dopo gli anni di esperienza in Eurocup, la società ha voluto una figura che si dedicasse esclusivamente ai rapporti internazionali. Questo significa curare i rapporti con le organizzazioni cestistiche europee, facendo da transfer delle informazioni tra il club e la competizione. Il mio lavoro parte dallo studio del regolamento, in modo da informare e dare ai colleghi dei vari settori il quadro complessivo di ciò che è richiesto alla società. Sono poi importanti le relazioni instaurate con i diversi club, con i quali si crea un rapporto che, partendo dal confronto sul campo, perdura nel tempo. Le relazioni sono infatti mantenute ed approfondite attraverso vari workshop programmati dalle competizioni europee o dall’organizzazione dei tornei internazionali del nostro precampionato, ulteriore opportunità per far conoscere la nostra Isola in tutta Europa. Nei tornei organizzati in Sardegna durante lo scorso settembre, sono state nostre ospiti squadre d’élite dei campionati tedeschi, greci, russi, turchi: lavoriamo per offrire amichevoli di livello alla squadra e ai tifosi, facendo sì che ci sia grande attenzione mediatica fin dall’inizio della stagione. È importante che ci sia una grande sinergia con gli altri settori affinché il lavoro di ognuno sia ottimizzato e abbia la massima efficacia. Per questo, quotidianamente, una buona parte del nostro tempo è dedicata allo sviluppo del teamwork, il nostro lavoro di squadra. Oltre che delle relazioni internazionali, mi occupo dei progetti sociali della Fondazione Dinamo, che si dedica ai meno fortunati”.
Cosa significa per un club come la Dinamo disputare una coppa europea?
“Significa poter ampliare il proprio orizzonte e il proprio bacino di conoscenze. Potremmo fare un paragone con una qualunque azienda commerciale che, volendo migliorare, decida di far competere il suo prodotto non solo sul mercato nazionale ma anche su quello europeo. Lo stimolo e la crescita si moltiplicano in tutti i settori: sia sul campo, diventando più appetibile per il mercato sportivo grazie alla vetrina d’eccellenza che offri a giocatori, staff tecnico e al settore giovanile, sia fuori dal campo, per l’altra squadra che è la nostra società. Abbiamo, infatti, la possibilità di lavorare con culture e modus operandi differenti che ci offrono un continuo stimolo di miglioramento senza mai accontentarci. Inoltre c’è grande orgoglio nel poter rappresentare la nostra Isola fuori dai confini nazionali, mostrando come i limiti possano diventare una risorsa. Spesso il fatto di abitare in un’Isola è visto come limitante rispetto alla possibilità di competere realmente in un mercato internazionale sempre più frenetico e collegato, quasi fossimo tagliati fuori dal networking internazionale. La nostra società, invece, insieme ai nostri sponsor, mostra come non sia necessario emigrare per poter eccellere, anzi. Il nostro paradiso, la nostra isola, non è solo bella ma anche intelligente. Siamo l’emblema della tipica testardaggine sarda”.
Qual è il bilancio di questa prima stagione di Basketball Champions League?
“Il bilancio non può che essere molto positivo. Le sfide iniziali sono state belle toste, specie per il fatto di partecipare a una competizione al suo esordio. Ma la società era preparata e l’esperienza ha giocato un ruolo fondamentale. L’organizzazione della competizione è stata bravissima nel recuperare il tempo perso e nel pianificare una serie di momenti di confronto tra i rappresentanti dei club, che potessero servire da problem-solving e allo sviluppo del project-management”.
Questa è la quinta stagione europea della Dinamo: quanto conta l'esperienza nel relazionarsi alla competizione?
“Parecchio. Nella nostra stagione d’esordio in Eurolega il presidente Sardara ha sempre paragonato questa esperienza a un master universitario: penso che non esista spiegazione migliore. L’anno prima il club aveva conquistato il suo primo trofeo, la Coppa Italia, e per due stagioni aveva fatto l’ Eurocup: la società si era fatta le ossa ed era pronta per una nuova sfida ad un gradino più alto. Ovviamente questo include una crescita in tutti i settori insieme alla competizione sul campo, incontrando squadre simbolo dell’Europa cestistica, come il Real Madrid e il Cska Mosca. Tutti noi abbiamo studiato tanto durante quella prima stagione da giocare contro i titani del basket, con l’obiettivo di riuscire ad avere con loro un confronto che risultasse alla pari su tutti i fronti, restando, però, sempre umili. Quell’anno è stato un tornado di emozioni indimenticabili, con il triplete e la qualificazione ad un’altra stagione di Eurolega. Questo significava fare tesoro del nostro primo anno, di tutte le cose che avevamo imparato, con la possibilità di dedicarci maggiormente alla cura dei dettagli e di tutti gli aspetti che potevano permetterci di fare un ulteriore salto di qualità. Nel mondo della pallacanestro non c’è tempo per annoiarsi, così quest’anno possiamo inserire nel curriculum societario la partecipazione alla Basketball Champions League, competizione al suo esordio internazionale”.
Cosa significa rappresentare il club al sorteggio di BCL a Monaco per una qualificazione storica?
“Innanzitutto l’emozione data dalla conferma di quanto il lavoro quotidiano ripaghi sempre, fino ad averci fatto raggiungere un altro risultato storico. Mi sentivo grata e orgogliosa per ciò che ci aveva portato tra le prime otto: la perseveranza nel lavoro di ognuno e la lucidità dimostrata nei momenti difficili. Sai di essere lì a rappresentare il tuo club, la tua isola e vuoi dare il massimo e onorare il privilegio che ti è stato dato”.
Sassari, 04 aprile 2017
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna