
Il play biancoblu fa un bilancio dell'inizio della stagione della DinamoLab con grandi progetti per il 2015.
Un giocatore che nella sua vita ha vinto tanto ma che ha ancora voglia di misurarsi con nuove sfide: è la storia di Fabio Raimondi, play della DinamoLab, rientrato a Sassari ai primi di ottobre sposando con entusiasmo il progetto biancoblu. “Ho un rapporto molto speciale con Sassari, è da tanti anni casa mia e da sempre un crocevia di vicende personali e professionali, quindi quando si è prospettata la possibilità di giocare qui non ho avuto dubbi. Ho creduto da subito nel progetto DinamoLab e i fatti mi stanno dando ragione”.
Raimondi, classe 1972, play della nazionale italiana e instancabile lavoratore, ha ritrovato nel gruppo gran parte dei compagni azzurri: “Sono arrivato che conoscevo praticamente tutti: tra nazionale e Porto Torres avevo già giocato con Spanu e Simula, con Cherchi abbiamo anche fatto le Olimpiadi insieme”. Il bilancio alla quinta giornata di campionato è positivo: i biancoblu sono saldamente in vetta con il 100% delle vittorie. “Finora posso dire che è tutto come ci aspettavamo, sapevamo di dover fare un anno di gavetta e combatteremo finché la promozione nella massima serie non sarà matematica. Siamo un ottimo gruppo con tutti giocatori di A1, sarà un anno particolare ma vogliamo farci trovare pronti. Avevamo richiesto la wild card per poter disputare fin da quest'anno la serie A ma non è stato possibile: non vogliamo fare la squadra ammazzacampionato ma d'altro canto vogliamo giocare”. Il girone di andata si chiuderà il prossimo 17 gennaio quando, alle 16,30 nella palestra delle scuole elementari “Azuni” di Sorso, Spanu e compagni affronteranno l'ultima squadra sul loro cammino, la Lazio, in una partita aperta a tutti gli istituti cittadini. “Quella contro la Lazio è secondo me la gara più difficile che ci aspetta -spiega Raimondi- stiamo per entrare nella parte più importante e delicata del campionato e speriamo di poter aggiungere ufficialmente al roster Joel Gabas”. L'argentino, classe 1990, ha iniziato ad allenarsi con il gruppo ad ottobre ma al momento il suo tesseramento non è ancora stata ufficializzata per problemi legati al permesso di soggiorno (nella serie B non è possibile tesserare gli extracomunitari con permessi sportivi): nella sfida tutta biancoblu dello scorso 30 dicembre tra la Dinamo e la DinamoLab Gabas si è distinto tra le fila dei suoi con 15 punti. “E' una brava persona oltre che un bravo giocatore e ci sarebbe utilissimo anche per aumentare l'intensità in campo oltre che allungare le rotazioni”. Questa DinamoLab può fare grandi cose e il numero 4 ne è consapevole: “Con Gabas e altri due innesti potremmo tranquillamente giocarcela nella massima serie”.
L'arrivo di Raimondi alla DinamoLab è stato da subito un valore aggiunto per la squadra di coach Bergna, come testimoniano compagni e lo stesso coach. Forse per quella dura disciplina al quale il play biancoblu è abituato e quella tendenza a pretendere sempre il massimo da se stesso e dai compagni. “A volte risulto anche antipatico – racconta- pretendo sempre dagli altri ciò che quotidianamente chiedo a me stesso, e questo non sempre è un vantaggio. Sono profondamente convinto che il duro lavoro paghi sempre e per questo voglio sempre essere pronto al 110%: abbiamo nel nostro mirino la promozione in serie A e dovremo combattere finché non sarà matematica”.
Raimondi è un giocatore dal grande palmares, con una carriera da far impallidire chiunque: eppure nella sua umiltà e nella grande predisposizione al duro lavoro gli è difficile identificare il suo momento più alto. “Il peggior momento della mia carriera? Sicuramente Londra 2012: siamo arrivati come favoriti ed abbiamo chiuso ultimi o penultimi, è stato un vero dramma. Non c'è invece un momento particolare che ricordo come il migliore: ho in mente tutte le vittorie e di ognuna conservo un sapore, un ricordo particolare. Forse ogni prima volta resta un po' più speciale ma secondo me alle vittorie non ci si abitua mai, per fortuna”.
I progetti futuri sono limpidi: “Conquistare quanto prima la massima serie in biancoblu, poi mi concentrerò sulle qualificazioni per Rio 2016. Voglio concludere la mia carriera in DinamoLab ottenendo qualcosa di importante. L'ho detto nella prima conferenza e lo ribadisco: per me indossare questa maglia è emozionante come la prima volta con la maglia azzurra”.
Nella partita tra Dinamo e DinamoLab dello scorso 30 dicembre il presidente Stefano Sardara ha dimostrato piena e totale fiducia nel potenziale e nella leadership di Raimondi, volendolo fortemente al suo fianco nella squadra blu Dinamo All Star. E se lo schema del numero uno biancoblu è stato “Dai la palla a Raimondi che farà sicuramente la cosa giusta” forse il futuro della DinamoLab potrebbe rispecchiarsi molto in questa filosofia, grazie alla piena sinergia tra il solido gruppo, attentamente guidato da coach Bergna, e la grande capacità di lettura di questo numero 4, che ha scritto pagine importanti della storia della pallacanestro in carrozzina e ne ha ancora tante da scrivere.
Sassari, 02 gennaio 2015
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna