
L'Armani Jeans Milano batte per 91-72 i biancoblu e si porta sul 2-1 nella serie dei quarti playoff. Ma martedì si gioca ancora a Sassari e la sfida resta aperta
L'epilogo. A nessuno piace perdere, di sicuro non alla Dinamo, la terribile matricola che ha sorpreso il mondo della palla a spicchi italiano, la debuttante che ha saputo tenere testa alle grandi sino a conquistare un posto nei playoff, miraggio lontano eppure diventato realtà al termine di una stagione storica, esaltante e vincente a prescindere dal finale. La Dinamo ha perso, ma è uscita fra gli applausi. Gli uomini di coach Meo Sacchetti tornavano sull'Isola dopo le due gare giocate in terra meneghina. Tornavano in Sardegna caricati dalla straordinaria impresa di gara1 e dalla confortante tenuta messa in campo in gara2, episodi di una serie in cui uno dei protagonisti principali, Travis Diener, rimaneva a guardare da bordo campo causa problema alla schiena. In gara3 però il regista di Fond du Lac c'era, ha creato e regalato sussulti da Nba (canestro in cambio di mano da show time), non certo al massimo ma deciso a dare il suo contributo. Al termine di una partita vera e intensa, davanti ad un PalaSerradimigni vestito a festa ed esaurito in ognuno dei 4532 posti disponibili, al cospetto di una compatta e roboante muraglia biancoblu, la Dinamo cede le armi ai giganti dell'Armani Jeans per 91-72, finale che non rende onore nel punteggio a quanto ammirato sul parquet. Non rende merito al cuore ed all'orgoglio che solo il calo fisico, la fisiologica e comprensibile stanchezza ed un Pecherov versione risolutore (gettato in mischia gioco forza da Dan Peterson causa problemi di falli per Exe e Rocca) sono riusciti a contenere evitando che gli sforzi si trasformassero in impresa. Inizia con il ricordo di Mimì Anselmi, l'urlo del palazzetto e la suggestiva coreografia della tifoseria («Vivere nei nostri cuori significa non morire mai, grazie Mimì»), finisce con la standing ovation di un popolo che vuole continuare a credere nel sogno ma sa già di aver assistito ad un capolavoro di assoluta e indiscutibile bellezza. Un popolo che già si richiama a raccolta per gara4, perché la serie è sul 2-1 milanese, ma non è ancora finita.
Il match. Devecchi è in quintetto, Peterson sceglie ancora Pecherov lasciando fuori Petravicius. White colpisce subito dall'arco, gli risponde Hawkins che pareggia subito i conti, poi è scatto Armani con la tripla di Jaaber (3-6) ma Sassari non demorde, l'incitamento sale e 5 punti in fila di «Jack» ed il canestro di Hunter valgono l'allungo: 11-6. Il gigante d'ebano Eze e il lungo serbo Vanja Plisnic sono già a due falli, Peterson prova a risolvere i problemi con il solito Rocca, poi è canestro con aggiuntivo per «The Flight» che manda Milano al minuto. Pinton dà fiato a Diener, l'Olimpia resta aggrappata al match con il 100% di Mordente, la difesa biancoblu funziona, al primo intervallo è 19-19. Si parte con la sontuosa tripla di Diener, cui il folletto americano aggiunge un gioco da tre punti che vale il 25-19. Mason Rocca, l'uomo delle piccole cose ma importanti, riavvicina le parti (25-24), Sacchetti chiama timeout ed al ritorno in campo ricomincia la corsa. White e Hunter, ottima la prova del lungo Usa (18 punti, 14 rimbalzi e 34 di valutazione), tengono avanti la Dinamo e provano a contrastare l'esuberanza di un Pecherov che trova il campo quasi per casualità , mette in fila 11 punti e tiene in scia Milano anche se all'intervallo è +6 Sassari: 43-37. Si fa male White, la bomba di Brian Sacchetti scatena l'entusiasmo, il palazzetto è una bolgia. Hawkins sorpassa (48-49), l'AJ tenta la fuga sulla triple di Mancinelli e dello stesso «Falco» (54-62), Tsaldaris combatte e segna, Hunter a rimbalzo non teme nessuno dei giganti biancorossi, alla terza boa si gira sul 63-66 ma la fatica, opposta alla profondità da panchina meneghina, comincia a pesare. Il «Greco» mette a segno il canestro del 67-72 che infiamma un inferno già rovente. White con una mano fasciata sbaglia la tripla del -2, l'Olimpia è attrezzato predatore che fiuta il sangue e azzanna la preda in difficoltà . Gli ultimi minuti sono inutili, regalano il 2-1 ma sono poco significativi nella lettura del divario finale. Il PalaSerradimigni si alza in piedi e saluta i suoi ragazzi: niente paura, nessun dramma, massima fiducia. Comunque vada sarà un successo, e martedì è già tempo di gara4.
Sassari, 22 maggio 2011
Giovanni Dessole
Ufficio Stampa
Polisportiva Dinamo Srl