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05 Apr 2011

Progetto Dinamo: questa mattina due classi dell'istituto superiore di via Cedrino hanno assistito alla seduta di allenamento biancoblu


La scuola in campo. Nuova fortunata puntata del progetto «Io Protagonista», iniziativa portata avanti dalla Dinamo negli ultimi anni, che punta ad avvicinare il mondo delle scuole a quello della palla a spicchi, coinvolgendo i ragazzi e sottolineando l'importante valenza sociale dello sport, delle sue regole e dei suoi valori. Questa mattina al PalaSerradimigni, accompagnate dai professori Nino Sanna e Tore Caria, erano presenti due classi dell'istituto Alberghiero di Sassari (via Cedrino) del dirigente scolastico e grande esperto di pallacanestro, Roberto Cesaraccio. I circa 40 ragazzi e ragazze, in rappresentanza degli oltre 1200 studenti che frequentano l'istituto superiore, hanno seguito sugli spalti il lavoro degli uomini di coach Meo Sacchetti, e sono stati coinvolti in una «visita guidata» alle stanze biancoblu, spogliatoio e palestra pesi, con il preparatore atletico Marco Pinna ed il responsabile tecnico del progetto «Giovanili Sardegna» Marco Rota nel ruolo di guide d'eccezione.


Gita in palestra. Il particolare viaggio d'istruzione comincia dalla palestra pesi, con Marco Pinna, preparatore fisico dei biancoblu e professore di educazione fisica al Liceo Scientifico «Spano», a spiegare ai ragazzi i principali esercizi che giorno dopo giorno fanno parte del programma di allenamento della Dinamo: guest star nel ruolo di dimostratore Brian Sacchetti. Il racconto passa poi alla settimana tipo vissuta in palestra e sul parquet da squadra e singolo atleta, fra sedute di gruppo e allenamenti individuali, quadro che rende al meglio l'idea di uno sport che a tutti gli effetti è un lavoro, fatto di soddisfazioni certo, ma anche di sacrifici e impegni gravosi. «I giocatori fanno anche un altro lavoro?» è la prima domanda. Il «Prof» Pinna, così lo chiamano i suoi giocatori, ribadisce che per orari e impegno per gli atleti della serie A è l'unico lavoro possibile, certo con tanto di contributi e regolare busta paga, («e tanti soldi» commenta sorridendo qualcuno dal gruppo dei ragazzi) ma retribuito, precisa Marco Pinna, in relazione a quello che il singolo atleta produce e garantisce all'economia della squadra. L'attenzione si sposta sui giocatori, l'analisi segue le curiosità  dei ragazzi e si incentra sulle caratteristiche di James White: «Fisico sopra le media, tempi e misure da partecipazione alle Olimpiadi, un atleta eccezionale che unisce talento nel basket a caratteristiche personali che ne fanno uno dei migliori dell'intero campionato».


Ritorno al parquet. Al ritorno in campo c'è Marco Rota ad aspettare i ragazzi e raccogliere il testimone da Marco Pinna. Il responsabile tecnico del settore giovanile biancoblu prende subito spunto dall'età  degli studenti presenti (‘94/'95) e spiega il senso del progetto Dinamo, società  che lavora quest'anno con i ragazzi nati fra il 1992 ed il 1998 in prima persona e con quelli pi๠piccoli (dai 5 ai 12 anni) grazie ai centri minibasket di Basket 90 ed a quello neonato della Robur, parti importanti inserite nella ampia prospettiva delle «Giovanili Sardegna». Rota passa poi agli obiettivi che il sopraccitato progetto e la Dinamo puntano ad ottenere attraverso precisi e calibrati strumenti: grande cura del lavoro individuale e miglioramento del singolo nel gruppo (anche in prospettiva inserimento in prima squadra), pratica dello sport con regole ben precise e da rispettare, insegnamento funzionale alla vita anche fuori dal parquet. Fondamentale l'etica del lavoro: in maglia Dinamo si deve essere concentrati, deve esserci massima disponibilità  al lavoro o al sacrificio, altrimenti anche una eventuale convocazione è inutile perchà© non si otterrebbero risultati, «sarebbe come cadere in motorino perchà© distratti o ottenere un brutto volto a scuola perchà© non si è studiato» è l'esempio esplicativo di Marco Rota per i ragazzi. La discussione stimola le domande. Una studentessa chiede: come si scelgono i giocatori? Risposta puntuale: «Per la serie A si cerca ovviamente di portare in squadra i migliori disponibili sul mercato, ovviamente in relazione ai budget che la società  ha a disposizione. Si parla in assoluto di Kobe Briant come il migliore al mondo, ma la Dinamo non potrebbe certo sperare di averlo a Sassari, perchà© solo in relazione alle proprie capacità  ognuno sceglie quelli che possono essere i migliori». Diverso il discorso sul settore giovanile: «Si cerca di non lasciare fuori nessuno anche se si fanno le selezioni prendendo in esame ogni singolo aspetto, e cioè fisico, talento e disponibilità  al lavoro, senza chiaramente trascurare il doveroso invito a considerare la scuola come priorità . Chiediamo ai ragazzi di organizzare al meglio la loro giornata, in modo da non dover rendere necessaria una scelta fra scuola e allenamento».


Foto e firme. Come di consueto, la mattinata biancoblu delle due classi finisce con la consegna di un poster autografato da tutta la squadra, da coach Meo Sacchetti e dai suoi assistenti Ducarello e Citrini da appendere in palestra (consegnato poi anche ad ogni singolo ragazzo presente), con la foto di gruppo studenti-staff-atleti, con autografi e scatti fatti con il cellulare, ricordi di momenti speciali passati assieme ai professionisti dello sport.


Sassari, 05 aprile 2011

Giovanni Dessole

Ufficio stampa

Polisportiva Dinamo Srl