
Questa mattina una delegazione della Dinamo Banco di Sardegna ha visitato il carcere di Alghero in un toccante incontro con i detenuti.
Stamane una delegazione di giocatori del Banco, accompagnati da coach Meo Sacchetti, ha fatto visita ai detenuti del carcere di Alghero, in un emozionante incontro all’interno della struttura penitenziaria di via Vittorio Emanuele. Jack Devecchi, Brian Sacchetti, Matteo Formenti, Denis Marconato, Brent Petway, Marquez Haynes, David Logan, Rok Stipcevic e Lorenzo D’Ercole hanno visitato la struttura diretta dalla Dott.ssa Elisa Milanesi e incontrato gli ospiti.
Progetto Barrio. La struttura attualmente ospita circa 80 detenuti e da quattro anni porta avanti il “Progetto Barrio” che in algherese significa “quartiere”: una forma moderna di concezione della struttura carceraria. Abolite le vecchie celle sovraffollate il carcere viene vissuto come un quartiere aperto, con la possibilità degli ospiti di accedere alle diverse zone della struttura, come la palestra o le sale di attività, grazie a un sistema di sorveglianza dinamico. La casa penitenziaria è anche un polo turistico alberghiero e universitario, con oltre una decina di iscritti all’Università di Sassari.
Incontro-confronto. L’incontro si è svolto nel campo sportivo, grazie alla tiepida giornata autunnale, in un clima di grande entusiasmo. A introdurre i giocatori Adriano Mangoni, Responsabile dell’Area trattamentale. “È un onore e un piacere avere oggi qui la Dinamo Banco di Sardegna, non solo perché si tratta dei campioni d’Italia, ma perché sono il simbolo di una nuova concezione dello sport che viene esportato in Sardegna e in Italia. Porto i saluti del Direttore della struttura che purtroppo oggi non può essere qui, la Dott.ssa Milanesi. La Dinamo a mio avviso è sempre portatrice di un messaggio positivo, anche quando perde, perché la sua attività non è confinata solo al campo da gioco, ma trasmette uno spirito combattivo 365 giorni l’anno, grazie alle tante attività nel sociale e la grande sensibilità nei confronti del territorio e di tutta l’isola”.
A fare eco il Commissario della Polizia Penitenziaria Antonello Brancati: “Vi do il benvenuto a nome di tutto l’Istituto. Oggi la Dinamo rappresenta un simbolo della Sardegna e dell’eccellenza nello sport nazionale; siete l’esempio di come l’impegno possa ripagare ottenendo grandi risultati. Nessuna metafora migliore di questa per i nostri ospiti: l’impegno paga sempre”.
A rompere il ghiaccio nelle fila biancoblu è coach Meo Sacchetti che, dopo aver conosciuto il detenuto più anziano gli chiede di sedersi in mezzo ai suoi ragazzi. “Questo è il secondo carcere che visitiamo _spiega il tecnico di Altamura_ ma devo dire che il vostro è molto diverso da quello di Nuoro. Trovo davvero bella l’idea di creare una sorta di cittadina aperta dove i detenuti possano vivere in comunità, sono convinto che questo progetto raccoglierà grandi risultati. Come dice il commissario lo sport è naturalmente un ambasciatore di valori positivi e credo che oggi possa esserlo ancora di più, soprattutto per i giovani che hanno sempre più tentazioni. Credo che non esista niente di meglio dello sport di squadra perché ti obbliga a relazionarti con gli altri e vivere nel rispetto e nella fiducia del prossimo. Noi siamo consapevoli di essere davvero fortunati, il basket è il nostro lavoro e ci permette di vivere. Credo che la nostra stagione sportiva possa rappresentare una buona metafora della vita: a inizio stagione impari a conoscere la squadra, i giocatori. Non per forza va tutto bene dall’inizio ma se ti rendi conto che qualcosa non funziona hai il tempo per correggere i tuoi errori, allo stesso modo nella vita si può sbagliare ma si può anche rimediare. Vi ringrazio davvero per averci accolto qui: l’aspetto più belle di queste iniziative è l’enorme bagaglio di esperienza che puoi acquisire. Noi sentiamo molto viva l’identità del nostro popolo ed è un dovere dedicare la nostra attenzione anche a chi vive in difficoltà”.
La palla passa al capitano Jack Devecchi: “Questo è il mio decimo anno in maglia Dinamo e da qualche anno abbiamo iniziato a fare molti incontri e iniziative sociali che ci permettono di entrare in contatto con tante realtà diverse. Sono dei progetti che ci arricchiscono, e siamo contenti e orgogliosi di portarli avanti ed essere ambasciatori per la nostra isola”. Il Capitano ha presentato uno ad uno i compagni, suscitando l’ilarità generale con aneddoti e soprannomi, portando anche il saluto dei giocatori che non sono potuti intervenire all’incontro.
Spazio quindi alle domande, primo giro per coach Sacchetti che ha chiesto agli ospiti della struttura età e nazionalità: qualcuno dei presenti ha chiesto ai giocatori cosa significhi giocare a basket e che emozioni susciti avere lo scudetto sul petto. Il tempo di un paio di tiri tutti insieme sul campo da basket e i giganti sono stati condotti a visitare la parte storica della struttura, che ospita il museo con oggetti e documenti risalenti all’apertura del carcere (1860) e alla II Guerra Mondiale.
Sassari, 05 ottobre 2015
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna