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10 Feb 2022

Il basket è uno sport di squadra dove l’apporto di tutti è fondamentale. Può sembrare banale ma è veramente così, anche quando hai due americane ai primi due posti della classifica marcatori, quando hai la tua lunga al primo per rimbalzi, quando hai due giocatrici che possono sempre fare la differenza e aiutarti a vincere. La differenza è sottile, aiutarti a vincere, perché intorno a loro c’è una squadra unita, solida, che si aiuta, che si protegge, che lotta e non molla mai. È lo spirito che le ha permesso di sfiorare il successo, che forse avrebbero meritato, contro la Virtus Bologna. Lo capisci da tante cose, dalla Lucas che gioca sul dolore di una caviglia malconcia (stessa cosa aveva fatto Shepard contro Moncalieri), dall’impatto e dalla semplicità con cui è entrata nel gruppo Maja Skoric, elemento fondamentale di raccordo, lo capisci dalla qualità e dalla personalità del gruppo delle italiane, che sono determinante dentro e fuori dal campo.

Giulia Moroni ha disputato 14 partite con 8.2 punti di media, il 90% ai liberi e 3.5 assist

Da sempre il playmaker nel bene e nel male ricopre un ruolo molto delicato, la gestione del ritmo, la personalità nell’avere in mano il gioco, l’intelligenza nel capire i momenti della partita, il feeling con il coach, è uno spot chiave da cui non puoi prescindere.

“Ho sofferto, combattuto, sono contenta, ma non si sente assolutamente arrivata”

Giulia Moroni, 27 enne marchigiana doc di Porto Recanati, ha una grande qualità, quella di non arrendersi mai, di passare sopra ad ogni difficoltà e di trasformarla in opportunità. Era una delle miglior playmaker del campionato qualche anno fa, poi l’infortunio, la dura risalita, il Covid, tutto insieme senza che lei abbia mai pensato di non farcela.

“Sono orgogliosa delle mie compagne e del gruppo che abbiamo creato, ma arrabbiata perché volevo battere la Virtus Bologna”

Fuori dal campo la vedi molto sensibile, quasi timida nel vedere la pubblicità del Banco di Sardegna che campeggia in Piazzale Segna con il suo volto. Giulia non ama la ribalta, non le piace stare sotto i riflettori, ma in campo è determinante. Lo è stata nei successi della Dinamo in casa, le sue giocate nell’ultimo quarto sono ormai un must, la capacità di dare ritmo alla squadra e di farla correre sono un altro pregio assolutamente da non sottovalutare.

“Voglio sempre migliorarmi, partita dopo partita, il passato mi serve per fare esperienza e tesoro di quello che mi capita”

Adesso con la pausa per le partite della Nazionale, Giulia Moroni si dedicherà ovviamente allo studio, ha già in mente il suo post carriera, l’alimentazione nello sport, la nutrizionista, che nel corso degli anni ha scalato le gerarchie nell’importanza all’interno di uno staff.

Tutto sempre partendo dal suo motto, quello che ha tatuato sul braccio “Nonostante”, nonostante tutto Giulia è ancora qui, si è presa in mano la Dinamo e ha intenzione di non fermarsi qui, ma di salire ancora di livello.

Venerdì sera il DinaMovie sarà proprio dedicato a Giulia Moroni