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19 Apr 2011

TifosiRiceviamo e pubblichiamo la toccante e significativa lettera scritta da un tifoso biancoblu


 

Esistono persone, gruppi e società  che vanno aldilà  di una semplice squadra in uno sport professionistico. Esistono realtà  che rappresentato non una regione ma un popolo, il popolo che segue ovunque la propria fede, che mostra orgogliosa la sua appartenenza e che muove masse di passione. La Dinamo in serie A ha calamitato l'attenzione in tutta Italia, non solo per le sue gesta spettacolari o per il suo gioco spumeggiante, non solo per aver «monopolizzato» l'All Star Game, la partita delle stelle, ma soprattutto per aver portato ovunque il nome di quella terra, la Sardegna, di questo popolo, di questa gente con gli occhi che luccicano, di famiglie, bambini, pensionati o di chi si è avvicinato per la prima volta al basket, per aver mostrato fiera l'identità  della sua gente. Già , la parola identità , a volte usata a sproposito ma mai come oggi perfetta per questa Dinamo.  Una Dinamo che non è retorica, una Dinamo che non è «un giorno c'è e poi pazienza», la Dinamo che è sociale ed è aggregazione, che significa identità  e significa 70.000 persone in 15 partite di campionato in casa con l'entusiasmo ed il rispetto, con  il tifo e la passione, con chi ha la coscienza di essere protagonista di  scrivere la storia sportiva di questa squadra, di questa terra. Ma chiunque in Italia ha potuto alzare gli occhi sulla partita e vedere il popolo sardo entusiasta per la propria squadra. Lo ha visto a Milano, a Bologna, a Treviso, a Roma, lo ha visto ovunque, su Sky, al palazzetto, in trasferta, lo ha visto nelle scuole, nelle piazze, nei negozi, lo ha visto nelle chiacchierate per la strada o nei circoli. In un momento così difficile per il lavoro, per i valori, per la pochezza di messaggi che il mondo riesce a trasmettere, la Dinamo rappresenta un patrimonio pazzesco, rappresenta quello che abbiamo sempre sognato, quello di cui andare fieri, quello di cui sentirsi parte, quello di cui non voler mai fare a meno. Il cuore a volte ci spinge alla follia, quella follia che ci fa amare incondizionatamente, quella follia che ci porta ovunque. Oggi la follia più grande sarebbe non avere più questo pezzo di cuore, non poter più avere la propria identità . Tutti nella storia hanno provato a conquistare la Sardegna, tutti sono sempre stati respinti, soffrendo, combattendo, lottando. Oggi tutti vorrebbero questa Dinamo, ma noi vogliamo continuare a mantenere viva la nostra storia.


Un tifoso biancoblu


 

Sassari, 19 aprile 2011

Ufficio stampa

Polisportiva Dinamo Srl