L’importanza della fatica per raggiungere i propri obiettivi e la giusta soddisfazione che dà la marcia per continuare, che incoraggia all’azione, al di là del risultato finale.
Hanno lavorato sui concetti di “fatica”, “confidenza”, organizzazione del tempo”, i ragazzi che partecipano al secondo progetto OneTeam for my life, il programma di responsabilità sociale realizzato da Dinamo e Fondazione Dinamo assieme a Eurolega e che vede il club biancoblu impegnato nella prosecuzione del percorso anche una volta conclusa la competizione di Eurolega. Una volontà che è impegno verso la città e verso i suoi giovani, anche quelli che non sono vicini al mondo del basket. Un progetto che va ben oltre lo sport per mostrare esempi che, mutuati dal basket, diventano modelli di vita, buone pratiche di comportamento soggettivo e di relazione sociale.
Nei giorni scorsi, nella palestra della scuola elementare di San Donato, il quarto incontro di questo nuovo ciclo: protagonisti i ragazzi di una prima media dell’istituto comprensivo, realtà multietnica e variegata espressione culturale che popola e anima il cuore storico della città.
Come sempre al centro di ciascun incontro una parola chiave, un concetto da sviluppare nel concreto attraverso le regole e la pratica del gioco del basket, in un flusso di scambio che questa settimana ha visto protagonisti l’assistant coach Paolo Citrini, e i giocatori Cheikh Mbodji e Matteo Formenti, che hanno ragionato sul concetto di “fatica” nel raggiungimento degli obiettivi personali ma anche nei rapporti con i compagni di classe, con gli insegnanti, con i propri amici, con le persone con le quali si viene a contatto, in un infinito gioco di squadra che ha bisogno di essere alimentato con il contributo e l’impegno di tutti. “Il gioco di squadra è sempre vincente _ ha sottolineato Paolo Citrini _ e spesso non sono i più forti a vincere ma i più uniti, quelli che si aiutano, quelli che fanno gruppo. Questo è il vero obiettivo da raggiungere ancora prima del risultato vincente o meno, e per ottenerlo serve innanzitutto la volontà di conoscere l’altro, lo sforzo di superare piccole diversità e di capire il valore della conoscenza come arricchimento, con la certezza che quando si fa il massimo sforzo per raggiungere un obiettivo, anche se non sarà coronato dal successo sarete comunque soddisfatti. Occorre sempre faticare per essere persone migliori, dare un esempio agli altri e aiutare chi è in difficoltà”.
Un tema che ha coinvolto in modo particolare i ragazzini, curiosi di sapere come i giganti del basket trasformino in stile di vita questo concetto.
“La cosa fondamentale _ ha detto il centro biancoblu Cheikh Mbodji_ è dare sempre il massimo, dare il meglio di me stesso dentro e fuori dal campo”. “La nostra professione ci porta a fare esperienze straordinarie _ ha aggiunto Matteo Formenti _ portandoci a stretto contatto con compagni di diversa provenienza, differenti culture, diverso modo di vedere e vivere la vita: questo è senz’altro un arricchimento ma anche un terreno su cui possono emergere visioni distanti e allora è necessario che ciascuno di noi si impegni, faccia un piccolo sforzo per comprendere i diversi punti di vista e per cercare di andare d'accordo con i propri compagni, in campo ma anche fuori. Una cosa non sempre facile, che richiede fatica e volontà di superare le differenze per conquistare unità, punto di partenza per fare gruppo, per superare gli ostacoli e raggiungere gli obiettivi”.
Poi per tutti, come ad ogni sessione, il gioco sul campo, dove i novelli cestisti si sono misurati in due squadre capitanate dai giganti biancoblu, mettendo in pratica il concetto di fatica, declinato nella concretizzazione dell’impegno e del fare gruppo.
Un incontro che fa seguito a quelli precedenti in cui le parole chiave sono state “confidenza”, “organizzazione del tempo” e che hanno coinvolto coach Meo Sacchetti e i suoi assistenti Paolo Citrini e Massimo Maffezzoli, il capitano Manuel Vanuzzo, il vice capitano Jack Devecchi e i loro compagni Jeff Brooks, Massimo Chessa, Edgar Sosa, David Logan e il responsabile tecnico del settore giovanile Massimo Bisin. Tutti entusiasti e colpiti, al pari dei giovani studenti che partecipano al progetto, da questa straordinaria esperienza di scambio reciproco e di grande impatto emotivo.
I prossimi incontri sono in agenda per martedì 14 e giovedì 16 aprile: parole chiave “motivazione” e “gioco di squadra”, protagonisti insieme con i ragazzi di San Donato, Kenny Kadji, Brian Sacchetti e Massimo Maffezzoli per il primo, e Jerome Dyson, Massimo Chessa e Massimo Bisin per il secondo.
Sassari, 11 aprile 2015
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna