
L’intervista a Scott Bamforth su Dinamo Tv
Due anni in Sardegna dai tanti significati, nonostante un infortunio nel gennaio 2019 ne abbia fermato bruscamente l’ascesa come leader del gruppo: Scott Bamforth, ragazzo dalla rara sensibilità, è rimasto nel cuore del popolo biancoblu non solo per le prodezze sportive ma anche per l’affetto che ha dimostrato verso la città e la maglia. Trent’anni compiuti, originario di Albuquerque, Scott ha disputato 44 partite con la Dinamo, segnando 718 punti: il suo cammino in biancoblu si è interrotto improvvisamente quando, nel finale della sfida con Cantù, all'ultima giornata di andata del campionato, ha riportato un brutto infortunio al ginocchio che lo ha costretto a saltare il resto della stagione. Nonostante l’infortunio Scott ha seguito la riabilitazione in Sardegna, accompagnando la squadra in tutta la cavalcata dello scorso anno. Ieri sera è andata in onda la replica della sfida persa nel finale con Milano in cui il giocatore con il numero 4 ne ha segnati 32: Dinamo Tv l'ha intervistato in esclusiva e Scott non ha nascosto il suo amore e la sua nostalgia per Sassari e la sua gente: “Ho tantissimi bei ricordi li, la gente è incredibile: i tifosi sono fantastici, tutta quelli che lavorano per il club. Ho solo ottimi ricordi dei due anni in Sardegna” esordisce.
Cosa è cambiato tra il primo e il secondo anno a Sassari?
“Nel mio primo anno sentivo che avevamo una bella squadra anche se non siamo riusciti a vincere più partite, abbiamo avuto un anno pieno di up&down ma penso che dopo quella stagione ho capito di poter e dover migliorare. In estate ho lavorato duro per poter essere un leader migliore, un giocatore migliore sotto tutti gli aspetti: l’anno dopo purtroppo mi sono infortunato ma penso di aver giocato il mio miglior basket. È stata dura ma credo che il primo anno mi sia servito per crescere e migliorarmi passando attraverso una stagione senza grandi aspettative, questo ti dà motivazione a ritornare in campo più affamato e determinato”.
Cosa ti resta più impresso della Dinamo?
“La prima cosa che mi viene in mente se penso al mondo Dinamo sono i tifosi, il supporto che hanno dato a me e alla squadra in qualsiasi momento, nonostante gli up& down, mi hanno supportato tanto dopo l’infortunio. Ricorderò sempre la prima partita al PalaSerradimgini dopo l’operazione, il pubblico è stato straordinario, è qualcosa che non dimenticherò mai”.
Cosa pensi della Dinamo di quest’anno?
“Credo che la decisione di mettere Spissu in quintetto sia stata ottima, tutti potevano vedere il suo potenziale aveva solo bisogno di un’occasione per poterlo esprimere e giocare più minuti. Sono molto felice per lui”.
Cosa ci dici della tua stagione a Buducnost?
“Io in questo anno con Justin Cobbs sono cresciuto molto, mi ha permesso di cambiare un po’ il mio stile di gioco ed è stato molto interessante. Un motivo di crescita. A volte devi sacrificarti per giocare con i grandi giocatori e raggiungere importanti risultati: quando il campionato si è fermato eravamo secondi in ABA League con buone possibilità di vincere il campionato e qualificarci in Eurolega”.
Hai girato l’Europa, quali sono le differenze tra i paesi in cui hai giocato?
“Come professionista ho avuto l’opportunità di giocare in tante leghe diverse di alto livello, penso alla Spagna, all’Italia. Ogni campionato ha il suo stile di basket, la Spagna è diversa dall’Italia, viceversa, l’Italia è diversa dalla Lega Adriatica. Hanno tutte ottimi giocatori e differenti sistemi di gioco, io cerco di adattarmi e ogni estate migliorare, aggiungendo qualcosa al mio bagaglio per provare a diventare il miglior giocatore possibile. Quest’estate avrò l’opportunità di migliorare ancora, mi sento in ottima forma e questo mi fa sentire bene dopo la scorsa estate in cui mi stavo riprendendo all’infortunio”.
Se dovessi scegliere il tuo quintetto ideale quale sarebbe?
“È difficile sceglierne uno solo, forse prenderei il mio della prima stagione europea: con me c’era Porzingis, un giocatore come non ne avevo mai visti prima, grande talento, movimenti incredibili, era chiaro che avrebbe fatto strada. Se penso a potenziale e talento mi viene in mentre Marco Spissu il primo anno in cui ero a Sassari: era alla prima stagione nella massima serie, si vedeva che aveva un potenziale altissimo e doveva farsi un po’ le ossa, arrivava dalla lega inferiore e doveva trovare il suo posto. Gli serviva un’opportunità che gli è stata data quest’anno. Poi sicuramente nel mio quintetto vorrei alcuni dei miei compagni di squadra con cui ho giocato a Sassari: Jack Cooley, Jaime Smith, Rashawn Thomas. Non posso pensare solo a un quintetto, anche i miei compagni di quest’anno sono fortissimi”.
In chiusura il messaggio di saluto di Scott al popolo biancoblu: “Mi mancate tutti, i due anni lì sono stati incredibili, anche se è finita prima per l’infortunio ho passato due anni super e chissà magari in futuro le nostre strade si incontreranno di nuovo. Mi mancate davvero, mi mancano i tifosi, le persone, il club e le persone che ci lavorano. La gente in generale. Quando giri per tante piazze realizzi che ci sono posti che sono speciali, e Sassari per me è uno di quei posti destinati a restare per sempre nel mio cuore”.
Guarda l'intervista su Dinamo Tv:
Sassari, 30 aprile 2020
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna

