
Oggi è toccato a Vanja Plisnic presentarsi in sala stampa al PalaSerradimigni nel suo primo incontro stagionale con i giornalisti
Conferenza del martedì. Dopo aver esordito in campionato in maglia biancoblu ed avere positivamente impressionato, con lo scorrere delle partite, platea sassarese e staff biancoblu, il lungo serbo Vanja Plisnic questa mattina si è presentato in sala stampa per la sua prima conferenza al PalaSerradimigni. Con il prezioso sostegno dell'interprete Stefania, Plisnic ha risposto con massima disponibilità alle domande degli operatori dell'informazione di televisione, carta stampata, siti internet e radio, commentando il match di domenica scorsa a Milano contro l'Armani Jeans e raccontando la sua esperienza umana e sportiva in maglia Dinamo.
Dopo tre successi consecutivi è arrivata la sconfitta sul campo della corazzata Armani Jeans.
«Abbiamo perso contro un'ottima squadra che ha giocato in maniera molto fisica. Noi potevamo fare sicuramente meglio, come dimostrato dal primo quarto, ma Milano ha sfoderato una grande difesa esercitando una forte pressione sul nostro playmaker e su tutta la nostra squadra. Nell'ultimo periodo abbiamo provato a rientrare ma non siamo riusciti a portare a termine la missione».
Firmato a stagione in corso dalla Dinamo, chiamato a sostituire l'infortunato Hubalek, quali le prime impressioni sull'avventura sassarese?
«Gioco a basket da tanti anni, so cosa vuol dire ambientarsi e parlo la stessa lingua dei miei compagni di squadra e di coach Sacchetti. Lui mi sprona e mi da fiducia, io la sento e provo a dare il massimo. Con Hubalek ho un ottimo rapporto, viviamo una situazione di leale e sana concorrenza ma lavoriamo tutti e due per il bene della Dinamo. I tifosi? I popoli delle Isole sono speciali, i ragazzi ci hanno seguito in massa a Milano. Una grande dimostrazione d'affetto. Grandi».
Plisnic portafortuna biancoblu: con lui 4 vittorie su 6 gare giocate.
«Ho grande fiducia in questa squadra, penso sia attrezzata per far bene. Io non faccio né ho fatto assolutamente nulla di speciale. Faccio quello che devo, lavoro in allenamento, fase molto importante perché specchio di quanto un team può poi fare in partita. Meglio ti alleni e meglio giochi. I falli? Dovevo ritrovare la condizione, ora sono più rilassato e va meglio. I passi? In Serbia non sono tollerati – sorride -. Il mio coach ci faceva allenare tre volte al giorno, ma se commettevi una infrazione di passi eri out».
Sassari, 01 marzo 2011
Giovanni Dessole
Ufficio Stampa
Polisportiva Dinamo Srl