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04 Dec 2015

Ieri sera gli atleti di Special Olympics Sardegna sono scesi in campo con i giocatori della Dinamo e del Maccabi Tel Aviv in occasione della settimana del basket e nel segno del progetto di Eurolega One Team. 

Come di consueto anche nella stagione 2015/2016 il round 8 della regular season della Turkish Airlines Euroleague  e la prima settimana di campionato sarà dedicato agli Special Olympics, e al progetto One Team: un'organizzazione internazionale che cambia le vite attraverso il potere dello sport responsabilizzando le persone con disabilità intellettive, promuovendo l'accettazione per tutti e incoraggiando il senso di comunità di comprensione e rispetto in tutto il mondo.

Special Olympics. Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per le persone, ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva. Nel mondo sono oltre 170 i paesi che adottano il programma Special Olympics e in Italia è stato inserito nell’ambito dell’attività della Federazione italiana Sport Disabili (FISD) per circa 15 anni. Ma oltre le parole Special Olympics è molto di più, è una scelta di vita: quella di dedicarsi al prossimo e aiutarlo a prendere consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie risorse, aiutandolo e indirizzandolo verso le competizioni.

Special Team Gena. Lo sa bene Michele Marras, direttore della Gena e presidente dello Special Team Gena che questa sera scenderà in campo con il Maccabi Fox Tel Aviv e la Dinamo Banco di Sardegna per l’ottava giornata della regular season della più prestigiosa competizione europea. “In Sardegna Special Olympics è diffuso in tutta la regione, oltre a noi in tutto sono dieci i team regionali: da Oristano a Lanusei, passando per Nuoro, Cagliari e Carbonia. Noi come Gena abbiamo iniziato anni fa a proporre le attività sportive ad integrazione di quelle quotidiane inserendo il nuoto, il calcio, le bocce, il basket -compatibilmente con la disponibilità degli spazi- l’atletica leggera e il bowling. Abbiamo appena stilato il campionato regionale di tutte le attività nelle quali figurano oltre a quelle regionali anche quelle nazionali”. Il motto di questa stagione per SO è semplice ma incisivo: Play unified, giochiamo uniti. “Quest’anno giochiamo nel segno del motto ‘Play unified’ _spiega Marras_ lo scopo è quello di far giocare atleti normodotati con atleti con disabili, in ottica di una totale inclusione comunitaria. In maniera del tutto spontanea noi ne siamo stati i precursori tanti anni fa, quando nacque la Gena infatti si era costituita naturalmente una squadra di ragazzi che vivevano come me lì vicino e alcuni ospiti dell’Istituto. Abbiamo anche partecipato al campionato regionale”.

Ma al di là dei dettagli tecnici e logistici far parte di Special Olympics è un’esperienza di vita senza eguali: “Il risultato sportivo ovviamente per questi ragazzi è una componente fondamentale perché a tutti piace vincere, ma la cosa più bella credo sia che tutti possono partecipare e tutti possono competere. Con SO viene fuori a mio avviso la vera essenza dello sport con la sua finalità sociale. La cosa più bella è vedere come lo sport permetta a questi ragazzi di costruire una fitta rete di contatti e relazioni, li leghi ad altri atleti magari di altre società o provenienti da altre regioni. Sono cose che accadono raramente a chi come loro ha disabilità ma lo sport annulla le differenze e le distanze”. E chi ha il privilegio di lavorare con questi atleti deve necessariamente arrendersi alla carica di energia che questi ragazzi riescono a trasmettere. “Lavorare con loro ti offre il privilegio di avere un approccio alla vita unico, loro vivono lo sport senza antagonismo, competono per divertirsi. Lavorare con loro è fantastico perché si crea un rapporto di fiducia, hanno una passione vera e autentica, forse perché non hanno altre distrazioni. Il loro anno è scandito da questi momenti e lo sport è un punto fermo nelle loro vite”.

Da anni Dinamo Banco di Sardegna, Fondazione Dinamo e Special Team Gena collaborano e i ragazzi sono i primi tifosi della squadra campione d’Italia. “Non c’è domenica nella quale non assistano alle partite _ci spiega il presidente_ Per loro i giocatori della Dinamo sono degli esempi, dei punti di arrivo, sono convinti di poter competere con loro: l’emozione questa sera sarà grande perché sono i loro idoli. Hanno le loro maglie, i poster e li seguono tutte le domeniche. L’esempio dei giocatori per noi è importante. Per questo il basket può insegnare tanto e la Dinamo è un esempio sotto ogni punto di vista, soprattutto per l’aspetto sociale. Per i ragazzi vedere i giocatori, avere modo di scambiarci due parole o anche solo avere un loro sorriso è una grande conquista, qualcosa destinato a rimanere nella loro memoria a vita”.

I ragazzi Special Team Gena. Sono innumerevoli le storie di questi campioni di sport e della vita, che ogni giorno combattono paure, limiti e timidezza per dare il meglio sul campo. Francesco, il loro coach di pallacanestro, ci racconta qualcosa del loro percorso. “Abbiamo iniziato tre, quattro anni fa: i ragazzi conoscevano il basket ed erano già assidui frequentatori delle partite della Dinamo. La cosa più incredibile fin dai primi allenamenti è stato vederli prendere consapevolezza dei loro mezzi e di cosa in poco tempo stessero realizzando. Corsa, palleggio, ball handing, tagli a canestro. Ogni lavoro in palestra era una scoperta e una spinta a fare meglio, una carica di energia pazzesca, noi quando li alleniamo siamo più felici di loro. I ragazzi sanno naturalmente quali siano i principi dello sport, che è un gioco prima di tutto, che è uno sport di squadra ed è fondamentale passarsi la palla. Il lavoro più grande con loro è il gestire le emozioni che a loro arrivano molto amplificate. Abbiamo milioni di ricordi impressi in maniera indelebile nella memoria _prosegue Francesco_ forse uno dei più significativi è la prima vittoria nel quadrangolare della Gena: ci hanno spiazzato. Erano felici di aver vinto ma.. dispiaciuti sinceramente per gli avversari. In squadra abbiamo diversi campioni in altre discipline, ad esempio S. campione del mondo Special Olympics nel bowling, G. argento ai mondiali nella mezza maratona”. Il fine però è sempre uno solo: “Più dell’integrazione, che avviene con l’inclusione nei quintetti di due partner di aiuto, però il nostro compito è l’inclusione: il nostro obiettivo è che i ragazzi vengano inclusi nella società moderna. Grazie allo sport i miei ragazzi hanno vinto timidezza, coltivato la loro autostima, hanno conosciuto il valore del sacrificio dell’allenamento e sviluppato una disinvoltura che gli permette di fare nuove amicizie. Cosa li fa più arrabbiare? Qualora si accorgano che l’avversario non ce la stia mettendo tutta nel giocare contro di loro, rispetto chiama rispetto. Guai a commiserarli, perché uscirebbero dal campo profondamente offesi”.

Il giuramento dell'Atleta Special Olympics è: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”. E non è forse alla base della vita di ognuno di noi investire forze ed energie nel cercare di raggiungere uno scopo, qualsiasi esso sia? Questi ragazzi sono un grande esempio per tutti noi, simbolo di perseveranza e applicazione, prova tangibile di come lo sport nella sua essenza più pura possa rivoluzionare le nostre vite. Perché l’essenza non è primeggiare, competere sicuramente, ma soprattutto avere consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti e lavorare duramente per superarli. Con il sorriso sulle labbra.

 Sassari, 04 dicembre 2015

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna