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13 Nov 2023

Paulo Coelho diceva che quando meno ce lo aspettiamo, la vita ci pone davanti a una sfida per mettere alla prova il nostro coraggio e la nostra volontà di cambiare; in un momento come questo, non ha senso fingere che non sia successo nulla o dire che non siamo ancora pronti. La sfida (il campionato) non aspetterà. La vita (la sconfitta) non guarda indietro” 

La Dinamo è arrivata davanti alla sfida che potrebbe significare la svolta del suo campionato. Non vale 10 punti, non risolve una classifica ancora difficile, ma cambia di parecchio la percezione di avere davanti una squadra vera, con identità difensiva, organizzata, intensa, dove tutti si aiutano e a turno diventano protagonisti e dove tutti finalmente hanno recuperato la condizione per poter esprimere il proprio potenziale. Se le gambe girano, gira anche la testa

Lo 0-11 iniziale poteva far intravedere gli spettri di Napoli e Tortona, due settimane orsono questa partita sarebbe finita uguale, ma oggi è un’altra Dinamo, che combatte, che si butta per terra, la rubata con tuffo del febbricitante Whittaker manda il segnale, da lì Sassari concede pochissimo a Trento, squadra assolutamente di alto livello e di un atletismo pazzesco. Da lì la Dinamo si compatta, Gombauld sovrasta Biligha, raramente visto così in difficoltà, Tyree entra e spacca la partita, Gentile è la miglior copia degli ultimi due anni. In mezzo la scelta di Bucchi, si va con il greco da 4 e tre trattatori di palla, detto fatto, il Banco azzanna la partita, 45-13 il break che rimarrà nella storia, l’Aquila prende 30 punti in 18 minuti ed è costretta ad una rincorsa disperata.

Questa è la miglior conferma della partita di martedì in Germania, si alza ancora il livello, la squadra lavora duro in settimana e si presenta al palas togliendosi una bella scimmia. Il pubblico, eccezionale per attaccamento e coreografia di sostegno iniziale, capisce lo sforzo e si esalta, l’atmosfera è di quelle playoff, neanche la rimonta di Trento con la Dinamo stremata (sempre senza Diop) cambia di una virgola l’impresa di Sassari. La squadra di Galbiati era abituata a girare e vincere partite compromesse, non questa.

I cambiamenti non avvengono per magia, Bucchi è il vero MVP del match, in due settimane restituisce certezze ai suoi giocatori, sistema la difesa e trasmette una grandissima carica. C’è tanto di suo nel lavoro di Gombauld, salito esponenzialmente, schiaccia, stoppa, è più forte, il ragazzo vale come persona e come giocatore. Mette Chara da 4, fa uscire Tyree dalla panchina per cambiare ritmo,manda McKinnie in missione speciale difensiva, usandolo anche da 5. Il coach della Dinamo è la certezza più grande, in qualsiasi situazione anche la più difficoltosa, senza avere mai la squadra al completo con tanti infortuni e senza preseason, rivolta tutto e ottiene una grande vittoria.