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03 May 2011

src=http://www.dinamobasket.com/images/stories/io%20protagonista%20piccola.jpgIn visita al palazzetto la II^ A di San Donato e la V^ della scuola elementare di Ozieri. In programma a breve la visita di due atleti in una scuola della provincia

 


A scuola di basket. Questa mattina al PalaSerradimigni è andato in scena l'ultimo appuntamento «casalingo» del progetto «Io Protagonista», iniziativa promossa dalla società  nel tentativo, sino ad ora riuscito, di avvicinare i valori dello sport agli studenti delle scuole, diffondendo la sana passione per la pallacanestro presentata ai ragazzi come momento di divertimento e incontro con i giganti della palla a spicchi. Protagonisti sulla scena i bambini della II^ A del I° circolo San Donato di Sassari del dirigente scolastico Claudia Valtz (accompagnati dalle insegnati Rossella Dettori, Carmela Noce e Pierfranca Ziccheddu) e quelli della classe VI^ del II° circolo scuola elementare «Maria Teresa Cau» del dirigente scolastico Giovanna Raccimolo (accompagnato dalle insegnanti Nina Casiddu e Piera Sechi). Il dirigente Luigi Peruzzu e il responsabile organizzativo del settore giovanile biancoblu Graziano Pilo hanno accolto le due classi illustrando loro il senso del progetto «Io Protagonista», portato avanti da cinque anni in collaborazione con le scuole della città  e della provincia.

 


Tour del palazzetto. Un viaggio fra le stanze dove il basket sassarese prende forma, raccontato ai giovanissimi visitatori da guide d'eccezione disponibili e pronte a rispondere alle domande e a soddisfare ogni curiosità  dei ragazzi. Il richiestissimo e suggestivo tour nel tempio del basket isolano, proposto per la prima volta lo scorso anno, è diventato il vero successo del progetto «Io Protagonista», evento dal gusto particolare perchà© capace di coinvolgere e stupire gli studenti delle scuole elementari e quelli pi๠grandi delle medie. Affascinante per i bambini è perಠanche la possibilità  di accogliere da padroni di casa i giocatori in visita alle scuole, come testimoniano i ricordi legati ai boati con i quali sono stati ricevuti di volta in volta i vari Vanuzzo, Devecchi, Rowe, Hubalek nelle scuole cittadine e dell'hinterland, ed è per questo che l'ultima tappa 2010-2011 del progetto «Io Protagonista» avrà  come teatro la palestra di una scuola della provincia sassarese, con due atleti biancoblu special guest dell'appuntamento.

 


La palestra. Anche oggi il tour è cominciato con il preparatore Marco Pinna a far da Cicerone in palestra fra bilancieri, panche pi๠o meno inclinate, elastici e manubri. Ospite d'onore, suo malgrado visto che non poteva fare allenamento di gruppo con i compagni per via di un problema muscolare, il play Mauro Pinton. Argomenti di discussione sono stati il programma settimanale di allenamenti e l'alimentazione, quindi si è passati agli esercizi pratici con bilancieri e «alzate» frontali, classico esercizio per giocatori di pallacanestro per via della tecnica che riprende i movimenti in partita. Ai ragazzi viene proposto di confortarsi con un bilanciere apparentemente pesantissimo (in realtà  di plastica): il pi๠piccolo del gruppo invitato a sollevarlo e ci riesce fra sorrisi e sguardi stupiti dei compagni.

 


Seconda stazione. A condurre gli studenti fra infermeria, sala medica e sala massaggi è il fisioterapista Simone Unali, che racconta ai ragazzi le fasi legate all'organizzazione pre e post allenamento, pre e post partita, pronto anche lui a soddisfare tutte le curiosità  del caso. Per Claudio, liberatosi a tempo di record di scarpa e calza, arriva anche l'esperienza unica di provare l'ebbrezza di una fasciatura protettiva alla caviglia come quelle dei campioni dello sport.

 


Il cuore del palazzetto. Nella porta di fronte all'infermeria, quasi come uno scrigno prezioso, si presenta agli sguardi il riservatissimo spogliatoio biancobl๠dove fra scarpe numero 52, pantaloni 4XL e oggetti personali, il dirigente Luigi Peruzzu ha svelato alcuni dei segreti del roster Dinamo, mostrato i disegni custoditi con cura dagli atleti e spiegato gli schemi dei coach sulle lavagne, tutti scritti rigorosamente in inglese come del resto i programmi settimanali appesi alle pareti, perchà© proprio l'inglese è la lingua con cui comunicano lo staff, i tre americani, il serbo, il ceco, il greco e la pattuglia italiana che compongono la squadra.

 


In campo. àˆ poi la volta dell'assistant coach Paolo Citrini, che richiama i due gruppi in campo assieme a tutti i giocatori ed ai tre allenatori per la classica foto di rito a metà  campo. Staff e roster hanno apposto il loro autografo su un bellissimo cartellone (che da domani farà  bella mostra nel corridoio della scuola) preparato dai bambini con 156 cuoricini colorati e una scritta: «156 piccoli cuori per far volare i nostri campioni», in rappresentanza dei 156 bambini dell'istituto

 


Ultimo passaggio. Ci sono cartoline e caricature per tutti prima dell'incontro con Marco Rota, responsabile tecnico del settore giovanile e perfettamente a suo agio nel ruolo di insegnante. Rota spiega al baby pubblico il grosso sacrificio che devono fare tutti i giocatori del vivaio biancoblà¹, età  compresa fra i 12 e i 19 anni, che ovviamente non sono professionisti come i grandi ma ai quali la Dinamo richiede grande serietà  e presenza per trasformare (o almeno provare a farlo) il divertimento dello sport in un possibile sogno, con la scuola a restare comunque assoluta priorità .

 


Le domande. Da quanti anni fai il maestro di basket? «Tanti, ne ho 51 e ormai lo faccio da 26». Cosa fate ai ragazzi che non studiano? «Ovviamente come fanno i genitori, ma senza sostituirci a loro, spieghiamo che la scuola ha la priorità  ma che la pallacanestro e gli allenamenti possono arrivare subito dopo, quindi li invitiamo a non dover scegliere fra lo studio e la palestra ma a ragionare sulla possibilità  di fare bene in entrambi i casi. Lavoriamo per far si che riescano ad organizzarsi. Al limite una tiratina d'orecchie come fa una mamma. Se poi i ragazzi non capiscono si ricorre ad una punizione, la pi๠temuta è il non giocare una partita». Alessandro alza la mano e chiede: Perchà© i giocatori hanno tutti una Ford? Coach Marco Rota