
Disponibile da oggi al Dinamo Store il calendario ufficiale 2017: alla scoperta degli scatti di Nanni Angeli
A partire da questo pomeriggio nei Dinamo Store è in vendita Dinamo Island 2017, il calendario ufficiale della Dinamo Banco di Sardegna. Una raccolta interamente realizzata dallo staff Marketing e Comunicazione biancoblu, un’opera artistica di grande pregio che vuole raccontare - in italiano e in sardo - un’isola, un popolo ma anche una squadra, gente di pallacanestro, professionisti e uomini, sotto una luce diversa, in una declinazione inedita che fa della semplicità, della curiosità e della naturalezza la propria cifra.
Il calendario. Raccontare attraverso 13 scatti l’Isola, le sue eccellenze, le sue tradizioni, la sua unicità. I giganti si sono calati in un viaggio alla scoperta della Sardegna e delle sue tradizioni, dimostrando la voglia di mettersi in gioco e una grande disponibilità. In tre settimane di lavoro sono stati percorsi oltre duemila chilometri, visitando la Sardegna da nord a sud e da ovest a est. Nei tredici scatti che accompagneranno il 2017 biancoblu sono racchiuse alcune delle massime eccellenze isolane, a partire dai monumenti archeologici, patrimonio dell’Unesco, e chiese, passando per le tanto conosciute e apprezzate coste fino ad arrivare alla celebrazione di quelle attività, come la pastorizia e la pesca, che ancora oggi costituiscono i capisaldi dell’economia sarda. Luoghi ma anche storia e tradizioni, con Mamuthones e Issohadores, i Candelieri, il tradizionale canto a tenore, le numerose feste tradizionali celebrate nell’isola come S’Ardia di Sedilo, Sa Sartiglia di Oristano e Sa carrela ‘e nanti di Santu Lussurgiu.
Johnson-Odom con i Mamuthones e gli Issohadores. Il primo protagonista del calendario è il numero 1 biancoblu che si è calato nei panni di un Mamuthones. La metamorfosi di Djo è stata possibile grazie all’aiuto e alla collaborazione dell’Associazione Atzeni- Mamuthones e Issohadores di Mamoiada (www.mamuthones.it), da sempre amici del club.
La magia della maschera. Nell’indossare maschere, campanacci e pelli, vestendosi di animalesche sembianze c’è tutta la profonda sacralità della cultura popolare. Una cultura che riporta gli uomini agli istinti primordiali, esorcizzando la paura e celebrando il carnevale, al ritmo cadenzato di una danza propiziatoria intorno al fuoco. Il fuoco celebra la sacrale fertilità, accoglie il carnevale con una danza animalesca. E i ruoli sono ben definiti. Uomini e bestie, raziocinio e irrazionalità, potere e sottomissione. Sono le maschere a celare gli uomini, sono i campanacci a dettare il ritmo.
Lo scatto. “Arrivando da Sassari abbiamo imboccato, per errore, la vecchia strada di montagna per Mamoiada _racconta il fotografo Nanni Angeli_ immagino che quel tipo di percorso ed il panorama circostante non siano cose che un cestista americano vede tutti i giorni. Una volta arrivati, i ragazzi dell’Associazione Atzeni hanno portato via Johnson-Odom per la "vestizione", io l’ho ritrovato poco dopo già vestito da mamuthone con un bicchiere di cannonau in mano. Il set è stato molto rapido e complicato sia per la breve durata del crepuscolo sia per la "gestione" del fuoco. Darius si è calato bene nella parte e si è messo in gioco danzando davanti al fuoco con gli altri mamuthones, è stato bravo”.
Il backstage. Sicuramente nei suoi anni alla Marquette University Darius Johnson Odom non ha mai sentito parlare di Mamuthones e Issohadores. Eppure, in un terso pomeriggio di ottobre, mentre la prima fresca brezza autunnale ha avvolto la Barbagia, indossando per la prima volta nella vita le pelli e i campanacci dei Mamuthones Djo ha sentito un istinto primordiale e ha iniziato, senza che nessuno dei presenti glielo suggerisse, a saltellare per far suonare i campanacci. Passi svelti, saltelli che ricordano quelli sul parquet: il giocatore numero uno ha capito immediatamente e si è lasciato empaticamente andare all’energia del posto e al richiamo di una cultura profonda, che a Mamoiada si respira e impregna ogni cosa. Il play biancoblu è rimasto colpito dalle maschere, le ha studiate a lungo… con le dita ha percorso gli intagli nel legno, ha annusato il profumo inebriante del legname. E ha ironizzato sulla similitudine tra i suoi tratti, così duri, e quelli delle maschere. Darius ha percepito l’energia di un posto magico e fertile come Mamoiada, lo ha fatto suo. Non serve nascere nella stessa nazione, isola o continente… ci sono cose che si trasmettono nell’aere, che passano attraverso gli sguardi e le sensazioni.
Sassari, 15 novembre 2016
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna


