
Si parla tanto di mercato delle big con i giocatori in uscita dalle squadre russe di Eurolega, la Dinamo sa che bisogna fare sempre il passo secondo la propria gamba e soprattutto sa di avere un roster competitivo, dimostrato dalla prestazione pre Covid contro Brindisi. Ma sa anche che la gestione di determinati giocatori, il tour de force con i recuperi e la necessità di allenarsi al massimo è prioritario, coach Bucchi vuole massima intensità e la partita diventa gioco forza lo specchio della settimana di lavoro. Ecco perché è arrivato in punta di piedi Maurizio Tassone, fisico da serie A, grande voglia, un passato alla ribalta con la Cantù di Pashutin, schemi imparati in 30 minuti e disponibilità a fare tutto ciò che serve per aiutare la Dinamo.
“Sono arrivato a Sassari con grande entusiasmo. È stata una reciproca necessità, da quella che era un'idea è diventata in tempi brevi una soluzione. Il primo impatto è stato ottimo, per organizzazione e professionalità. Dal primo allenamento ho potuto ammirare la dedizione da parte dello staff e dei compagni. Questa è la cosa che più mi ha colpito”
C’è stato subito l’impatto immediato con coach Bucchi, ogni giocatore “si informa” tra i compagni, gli amici che tipo di allenatore troverà nella nuova realtà
“Il coach è una garanzia sotto ogni aspetto, da quello umano a quello tecnico. Tanti miei colleghi hanno espresso parole di elogio nei suoi confronti. Penso di poter migliorare e imparare molto sotto la sua guida”
Ha avuto un bellissimo sprazzo in A1 con Cantù, due stagioni tra i migliori, una piazza piena di passione che non dimentica
“Di Cantù ho un ricordo unico. Sono rimasto tutt'ora legato a molte persone. Sarò sempre riconoscente all'ambiente per avermi dato una grande possibilità e avermi supportato incondizionatamente. Per quanto riguarda l'immediato seguito a quelle due stagioni ci sono state tante variabili legate a cose poco dipendenti dalla mia volontà”
Basket, studio, vivere il presente ma essere in grado anche di costruirsi un futuro
“Si, penso sia fondamentale costruirsi un percorso parallelo alla propria carriera sportiva. Lo penso ancor di più dopo aver portato a termine questi cinque anni universitari. Vivo la pallacanestro al 110%, è sempre stata la mia passione e come tale l'ho sempre rispettata. Per quanto riguarda la Dinamo la vivo come un'opportunità di miglioramento sotto tanti aspetti e sono onorato di essere qui oggi.”
C’è un discorso che tiene sempre banco tra i giocatori, gli italiani meritano di giocare, è una questione di regolamenti, di merito, di opportunità, ecco cosa ne pensa l’ultimo arrivato in casa Dinamo
“Penso che la meritocrazia sia alla base di qualsiasi cosa, in qualunque percorso intrapreso, sportivo o lavorativo che sia. Per beneficiarne bisogna tirarsi su le maniche così come allo stesso tempo la meritocrazia va difesa, da tutti”





