Tre settimane di durissimo lavoro hanno portato grandissimi dividendi per la Dinamo che ha espresso la più bella partita della stagione per tanti motivi e ha ottenuto un successo davvero fondamentale e pesante in chiave classifica. I 4000 del PalaSerradimigni possono essere orgogliosi e felici di quanto visto.
La condizione atletica: la Dinamo ha resistito con un ritmo altissimo e con grande aggressività per 40 minuti contro un avversario che in ogni ruolo aveva taglia, fisicità, mis match a proprio favore. La lotta a rimbalzo, il non soffrire il post basso, la capacità di reagire sempre ad ogni strappo della Virtus
L’organizzazione: Il Banco ha curato ogni minimo dettaglio, ha cambiato il quintetto alto del primo quarto quando è entrato McKinnie al quintetto basso con i 3 piccoli insieme quando era in campo Cappelletti. Ha avuto pazienza, non ha mai affrettato tiri, ha costruito la sua percentuale da 3 punti con il gioco di squadra, ha difeso (secondo quarto straordinario), ha tenuto botta contro le prodezze balistiche di Belinelli e Lundberg e ha sempre dato l’impressione di essere solida e compatta anche quando Bologna è andata avanti di 5 punti nel 3° quarto e sembrava scappare. Lì la Dinamo ha vinto la "sua" partita personale.
I singoli: Mai come ieri si è vista una squadra connessa e sul pezzo anche nelle difficoltà, rotazione a 8 per Markovic che non guarda in faccia nessuno e anche in conferenza stampa racconta minuziosamente passo per passo la sua partita. Tyree è come un figlio, avrà ricevuto 100 rimproveri ma è stato in campo con fiducia 36’46”, sintomo di quanto il coach creda nelle potenzialità del ragazzo, che per la prima volta dopo tre tiri aperti sbagliati è rimasto dentro la partita. McKinnie ha messo in campo quando aveva fatto vedere nelle ultime tre settimane e già parzialmente nel match di Tortona. Pazzesco a livello atletico, determinante la sua difesa, il suo impatto fisico e il canestro a rimbalzo offensivo a 2’ dalla fine. Jefferson è un po’ come il “suo” David Holston di Dijon, messo nelle condizioni di poter essere il punteros principale. Infine, Charalampopoulos determinante a livello di equilibrio, di intelligenza cestistica e nella capacità di fare sempre le cose giuste. Diop, Gombauld e Cappelletti hanno fatto il lavoro sporco con quest’ultimo in netta crescita come presenza e sostanza sul parquet
Questa è di gran lunga la miglior partita, soprattutto perché Bologna non ha regalato niente, la Dinamo se l’è meritata tutta, soffrendo, combattendo, esprimendo un basket di altissimo livello. Il calendario continua ad essere impietoso e mette di fronte Sassari alla corazzata Venezia che ha dominato a Scafati alla ripresa del campionato per cercare di sfatare il tabù trasferta. Non la partita migliore ma questa Dinamo può davvero essere competitiva