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18 Nov 2022

Federico Pasquini e la lucida disamina del momento in casa Dinamo

Questa mattina, in avvio della conferenza stampa di presentazione di Deshawn Stephens, il general manager Federico Pasquini ha fatto una lucida disamina del momento, partendo da un’analisi più ampia: “Prima di presentare il nuovo giocatore vorrei fare il punto della situazione fino a qui: come sapete sono qui da undici anni e posso dire con assoluta certezza che in questi anni una delle più grandi soddisfazioni che ho vissuto nel post scudetto è Gara 4 contro Brescia dello scorso anno, dove ho davvero percepito un blocco unico, proiettato in un’unica direzione per battere Mitrou-Long e compagni. Il prodotto che abbiamo messo in campo in quel momento è stato meraviglioso e mi ha emozionato quanto la cavalcata del 2015. A pochi mesi di distanza ci troviamo in una situazione in cui, anche camminando per la città, percepisco grande ansia e panico per la partita di domenica: una sensazione diffusa tra tifosi e siti specializzati, dove ho letto che siamo un porto di mare. A questo proposito mi sono appuntato delle cose: noi nella stagione 2018-2019 cambiato due giocatori, stessa cosa nei due anni successivi mentre nel 2021-22 tre, nel 2022-23 tre con due che rientrano dall’infortunio. Tra questi cambi ci sono stati ad esempio ben quattro infortuni, due giocatori che erano il cambio di un Bilan assolutamente dominante che li confinava a rotazioni limitate, mentre il centro titolare dello scorso anno è andato via quando, con l’esplosione del conflitto in Ucraina si è aperta la possibilità di riportare Bilan in Sardegna per fare lo step di qualità. A fronte di questi cambiamenti abbiamo vinto due coppe, disputato una finale scudetto e una semifinale, una finale di Supercoppa e preso parte alle Final Eight.

Arriviamo a quest’anno in cui abbiamo confermato nove giocatori dalla semifinale scudetto, inserendone tre nuovi: facciamo i primi 28 giorni senza tre giocatori e Treier si infortuna con la nazionale, inseriamo Raspino per dare profondità. Andiamo a giocare Supercoppa con i rientranti Jones e Robinson, esce Chessa che fino ad allora dava continuità con quasi 20’ in campo. In finale Supercoppa con la Virtus, nel terzo quarto si infortuna Gentile: andiamo a Varese per la prima di campionato e affrontiamo Malaga che dimostra tutto il suo valore. C’è poi quella che io chiamo la partita diga con Verona in cui secondo me esprimiamo un buon basket, ma si rompe Dowe e si rompe il giochino.

Arriviamo ad oggi, la squadra di Trieste è chiaramente quella che nessuno di noi vuole vedere, ce lo siamo detti in tutte le salse: la scelta in estate di Onuaku era arrivata perché avevamo visto in lui quelle caratteristiche alla Bilan, di giocare in post basso, vedere il gioco e passare la palla. Sapevamo che arrivava da una esperienza in Europa non ad altissimo livello e sapevamo che questo chiaramente lo penalizzava in ottica di tenuta mentale, perché difficilmente aveva gli strumenti al netto del rendimento per poterla girare. Al termine della sfida con Trieste ci siamo guardati negli occhi e abbiamo decidere di chiudere il rapporto. Insieme a coach Piero Bucchi abbiamo fatto una valutazione molto onesta: ad oggi Ousmane Diop gioca 19 minuti media con un plus minus di 30, in una situazione di 2 partite vinte su 6 produce +30. Tra le sue peculiarità ci sono difesa, energia e capacità di rollare e dare profondità al gioco. Quindi cercavamo un giocatore con queste caratteristiche, ci serviva una pedina che rolla, ci dia energia e si sposi bene con l’idea di gioco di Piero e possa coinvolgere al meglio uno come Robinson. Ricordiamoci che Robinson è stato fuori un mese e per uno che come lui vive di cambi di ritmo ci vuole tempo perché riprenda fiducia.

Per questo abbiamo scelto Deshawn Stephens: pensiamo sia la figura giusta, che ha fatto un buon cammino e la sua voglia di far parte di un certo progetto deve darci grande energia ed essere da stimolo per tutti.

 Quando fai una valutazione non sempre puoi prevedere che andrai a fare semifinale con Brescia e Tortona oltre Milano e Virtus. Ma devi fare quel qualcosa in più che ti permetta di essere più squadra, quel quid in più che ti permetta lo step in avanti: con Scafati vincere o perdere non farà la differenza -è giusto dirlo a voce alta- la squadra lavora benissimo ogni giorno, ci serve focalizzarci il più possibile sul fine comune, ed è il motivo per cui sono voluto partire nella mia analisi da Gara 4 contro Brescia dello scorso anno. Vogliamo presentare un prodotto che possa emozionare e alla lunga ripagare con i risultati e tutti abbiamo questo obiettivo comune”.

 

Sassari, 18 novembre 2022

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna

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