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25 Apr 2020

Stefano Gentile protagonista della diretta Instagram ha risposto alle domande dei tifosi

Proseguono le dirette sul canale ufficiale Instagram @dinamo_sassari: oggi Stefano Gentile ha risposto alle domande di tifosi e appassionati, chiacchierando a 360 gradi tra sport, famiglia e le sue passioni fuori dal campo.

Inevitabile partire dai giorni di quarantena che il giocatore originario di Maddaloni sta vivendo a Sassari con la fidanzata Altea: “Si cerca di fare allenamento e tenersi in moto, passo il tempo con la mia fidanzata e i cagnolini _ha raccontato Stefano_, sto imparando un po’ di francese tramite un app… Quest’anno son stato a trovare un amico a Parigi e mi è venuta voglia di imparare questa nuova lingua”.

Il 20 settembre hai compiuto trent’anni: pochi giorni dopo hai vinto la Supercoppa e adesso aspetti un figlio. Ti aspettavi così i tuoi trent’anni?

“Vincere la Supercoppa è stato un bel modo di entrare nei 30. E poi l’arrivo del bimbo… Penso sia l’età giusta e il momento giusto”.

C’è mai un momento in cui hai subito il peso del tuo cognome Gentile?

“In realtà no, però sono consapevole che se non avessi avuto questo cognome tante situazioni fastidiose non si sarebbero proposte. Ne vado fiero, mi sprona a fare di più. A casa mia non si può essere mediocri, dalla parte materna son tutti accademici e quindi avevamo da sempre mia mamma che ci trasmetteva una gran disciplina, dalla parte paterna una volta scelto di fare questo sport papà ci ha sempre detto di fare le cose al meglio delle nostre possibilità”.

Com’è il tuo rapporto con Alessandro?

“Io e Ale ci sfidiamo in tutto, c’è competizione con tutto. Fa parte della nostra mentalità ma non è mai vissuta con un’accezione negativa. Da piccolini giocavamo a subbuteo… Nei videogames sportivi vince lui, a ping pong vinco io”.

In famiglia per chi tifano i vostri genitori?

“Tifano per chi gioca in casa, si gioisce per le vittorie di tutti ma ovviamente per come siamo fatti ammetto che le sconfitte si ricordano di più e son quelle per cui ci si rammarica. Il fatto di vincere è un sollievo e non una gioia. In famiglia la viviamo così…”

Quali sono i principi che vorresti insegnare a tuo figlio?

“Il valore della famiglia, degli affetti, di essere una persona onesta e di vivere con la curiosità della vita, non essere una persona che subisce ciò che gli succede. Oggigiorno questo è molto più semplice da fare con tutte le distrazioni che ci sono, mi piacerebbe che imparasse ad essere curioso e avesse voglia conoscere il mondo”.

Qual è il posto dove ti senti a casa e che definisci casa?

“Casa per me è casa di mia nonna materna, fin da bambini dopo il periodo fuori quando mio papà giocava siamo sempre tornati lì. Una volta smesso di giocare l’intenzione non so se sarà di rimanere lì, in futuro decideremo. Le mie origini sono varie, sono nato a Maddaloni ma sono cresciuto in giro per l’Italia e l’Europa, ho appreso un po’ delle vie culture di cui ho fatto parte prima da bambino e poi da giocatore. Ho origini campane, ho imparato il dialetto napoletano a dodici anni, prima non lo capivo. Sono molto orgoglioso delle mie origini e allora stesso tempo mi rivedo nei tanti posti in cui son stato”.

Sei superstizioso?

“Son superstizioso il giusto, con le cose che non richiedono sforzo, ma non ho riti particolari”.

La vittoria più bella di questa stagione?

“Sicuramente quella della Supercoppa ma anche il periodo delle due vittorie con le due Bologna mi ha ricordato l’atmosfera dello scorso finale di stagione”.

Come pensi sarebbe andata a finire la stagione?

“Sarebbe stato un campionato molto aperto, tutte se la sarebbero giocate fino alla fine, con la Virtus e Milano favorite, poi penso noi, Venezia, Brescia e Brindisi con qualche outsider come la Fortitudo o Trento. Io speravo di riuscire a ripetere la cavalcata dell’anno scorso per poter rigiocare la finale”.

Come sarà il basket del futuro?

“È un momento molto difficile in cui bisogna ripensare e rivedere un po’ tutto, dalla costituzione del campionato alla gestione delle società. Quando potremo rientrare in campo dipenderà dalla situazione sanitaria, la Legabasket e la Federazione hanno deciso di chiuderei il campionato perché riaprire a porte chiuse sarebbe stata una spesa e non un guadagno per le società, bisognerà capire quando e come si potrà giocare a porte aperte”. 

Invece a Mario Kart come fai ad essere sempre il primo della classe?

“Ho giocato sin dai tempi di Bologna, inizialmente non ero il più bravo, non so perché ma forse perché da semplice gioco è diventata una vera competizione e mi sono applicato di più. Siamo tutti migliorati… I miei degni avversari sono Pierre, anche se lui in pullman non gioca, e Bilan e Sorokas o anche Magro. Bucarelli e Vitali spesso e volentieri stanno nelle retrovie”.

Due anni a Sassari, un posto dell’Isola al quale sei legato?

“Ormai abbiamo i nostri posti anche io e la mia fidanzata, ci piace andare a Platamona, soprattutto in quelle ore e quei giorni in cui ci sono poche persone e possiamo giocare con i cani in spiaggia”.

Sappiamo che hai una passione per le scarpe, la tua scarpa della vita?

“A Sassari ho una piccola parte della mia collezione come potete vedere, sono legato ad un modello Jordan dedicato alla volta in cui venne a giocare in Italia perché c’è un foto ricordo con mio padre di quella partita”.

Altre passioni?

“Mi piace guardare la Formula 1, è un mezzo tecnologico che mi affascina molto, mi piace l’aspetto tecnico e tattico, non basta la bravura del pilota ma anche della squadra. È come guardare il futuro che si svolge su una pista… Ovviamente tifo Ferrari, non ho un pilota preferito, Hamilton è il più vincente ma oggi come oggi conta più la macchina. Con Bucarelli e Magro oltre che a guardare insieme i gran premi ci divertiamo anche ad essere i manager virtuali”.

Se dovessi scegliere tra vincere l’Eurolega, vincere il titolo di MVP delle finali o vincere l’anello NBA da panchinaro?

“Vincere il titolo NBA è un po’ come essere campione del mondo ma nessuno si ricorda di tutti i giocatori eccetto i primi 5/6 della squadra, l’Eurolega è il campionato più prestigioso ma scelgo il titolo di MVP delle finali, ovviamente con finali vinte”. 

Il giocatore più forte affrontato? 

“Tanti giocatori affrontati mi sono rimasti impressi, penso a Batum che ora è in NBA, Thomas Heurtel oggi a Barcellona o Teodosic”.

I tuoi giocatori preferiti invece?

“In Nba attualmente il più forte è Lebron ma a me piace Morant dei Memphis, penso sia tra i giocatori più belli e divertenti da guardare. In Eurolega dico Mike James e Shane Larkin, anche loro li ho affrontati da avversari e sono i migliori”.

Se potessi rubare una dote a tuo padre e tuo fratello?

“La sensibilità della mano sinistra così potrei essere ambidestro. Ad Ale invece ruberei il tempo del tiro in avvicinamento a canestro”.

Il giocatore che ti ha condizionato?

“Cerco di imparare un po’ da tutti, qualunque cosa io veda e so di poter aggiungere al mio bagaglio. Mio papà di sicuro è stato il primo, guardando lui le mie movenze sono simili alle sue. E poi Sean Colson quando ero a Caserta, da lui ho imparato indirettamente ad ogni allenamento la dedizione al lavoro e l’attenzione ai dettagli”.

Qual è stato invece l’allenatore determinante?

“Uno che mi ha costruito come giocatore è stato Marco crespi che mi ha allenato due anni. E poi Pozzecco perché dopo tanti infortuni avevo perso la mia via e invece con lui ho ritrovato me stesso”.

Un pregio di Poz?

“Io non lo conoscevo di persona prima dello scorso anno, penso che la bontà del volere il tuo bene e l’intelligenza di capire che questo fa bene alla squadra. Con lui i giocatori capiscono che l’allenatore non è solo lì per comandare ma cerca di farti rendere al meglio, questo per me è il pregio migliore”.

Jack è il tuo compagno di stanza da sempre…

“Su di lui posso dirvi che gli piace guardare video di recensione di robe tecnologiche dalla mattina alla sera”.

In conclusione quali saranno punti saldi della ripartenza per la nuova stagione?

“Già quest’anno la stagione è stata positiva, penso che si continuerà con la filosofia di puntare sugli italiani come zoccolo duro e affiancare loro stranieri di talento. Ci sono giocatori come Spissu Devecchi e Bilan e me che hanno già il contratto, si ripartirà da noi quattro per poi provare a riconfermare qualcuno, pregherei per continuare ad avere Pierre in squadra”. 

Sassari, 25 aprile 2020

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna