Nella letteratura tedesca vigeva un motto molto significativo, l’uomo non è ciò che è, solamente ciò che fa è il patrimonio che non potrà mai perdere. La creatura Dinamo ha accumulato in questi 12 stagioni di serie A un patrimonio che nessuno potrà mai disperdere, ha creato una struttura, un’azienda, un modello sportivo di continuità e qualità con pochi eguali. Non lo ha fatto con le ricchezze, lo ha fatto con la programmazione, con la lungimiranza e con il coraggio di vedere lontano, di guardare già a quello che sarebbe accaduto successivamente. Ha rischiato di venire ammaliata dalle vittorie, massima esaltazione dello spirito sportivo, ma non ha mai cambiato il proprio modo di essere. Lo ha fatto anche nella stagione iniziata nel modo più negativo, l’ha corretta togliendo e aggiungendo pezzi, che tradotto significa niente extra budget da minare il bilancio. Ecco perché, se Nicola Alberani lo ha definito il miglior mercato di riparazione della serie A, la Dinamo ha tirato la volata per centrare un traguardo per nulla scontato in un campionato così insidioso ed equilibrato. I fatti oggi dicono che Piero Bucchi, con oltre 700 panchine in serie A, ha costruito un giocattolo competitivo con delle gerarchie definite, con un’identità difensiva precisa e con la capacità di gestire persone e momenti delicati. Non regge la storiella dei cambiamenti di giocatori, perché lo hanno fatto tutti e in maniera anche molto più massiccia, oltre al fatto che entrare in corsa non è proprio il massimo per un coach. Ha tirato fuori il miglior Bendzius da quando è a Sassari, è riuscito ad “incastrare” nel migliore dei modi un pezzo da novanta come Bilan, che aveva caratteristiche completamente opposte al modo di giocare che stava funzionando. È riuscito a farci vedere la faccia migliore di Robinson, che non era proprio un top player del campionato prima di arrivare, era considerata una guardia con poco tiro. Oggi mette in ritmo tutti, tira con il 45% da 3 punti ed è un leader in campo. Massima trasparenza, l’impegno e il duro lavoro portano ad occasioni per tutti, l’ultima versione di Treier è una 2.0 rivisitata e migliorata notevolmente. Questi sono i fatti, esistono gli errori, se ne commettono e se ne commetteranno ancora, quando devi nuotare in un mare con squadre che hanno parecchie ricchezze sul proprio galeone, allora devi ingegnarti, devi essere bravo a costruire ma anche a correggere senza snaturare il tuo modo di essere. Se in 12 campionati vinci 6 trofei, 10 volte vai ai playoff, 1 non si gioca quando sei al 2° posto a causa del Covid e nel 2018 rimani fuori per una differenza canestri a 3 squadre, allora significa che Sassari rappresenta un esempio, un patrimonio del popolo sardo, un orgoglio che non rischia il fallimento o lotta per non retrocedere, che può passare le estati pensando al mercato nonostante due anni senza pubblico. Godetevi i primi 3 punti di Luca Sanna e la sfida ai campioni d’Italia della Virtus, che ha l’artiglieria da alta Eurolega, tirate fuori sciarpe, magliette e canotte del vostro giocatore preferito, sedetevi al PalaSerradimigni e applaudite questi ragazzi, discutete su quale squadra incontrare ai playoff, perché quando gli altri andranno in vacanza, noi saremo ancora lì, per l’ennesima volta, nelle prime 8 d’Italia a cantare insieme alla nostra gente "Siam sempre qua"





