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02 Apr 2020

Il padre fondatore Bruno Sartori racconta la prima sfida della Dinamo del 1962


16/11/1962 giornata di grandi preparativi, domani alle 11.00 si fa sul serio, si va a Cagliari per giocare la prima partita del Campionato di B Regionale contro la Congregazione Mariana. È giunto il momento di distribuire quelle magliette azzurre acquistate con grande sacrificio sul retro delle quali mia madre, che a Imola lavorava da sarta, aveva con perizia cucito i numeri. Le aspettative sono tante, l’entusiasmo è alle stelle ma l’emozione e l’attesa è difficile da dominare.

L’indomani, direzione Cagliari, si parte alle 6.00 mettendo in conto almeno 4 ore di viaggio disponendo della Fiat 1100 guidata dal Segretario Piero Baraccani e di una Fiat 1400 modello lungo che all’ occorrenza aveva la possibilità di estrarre da sotto il sedile due strapuntini – in pratica due scomodissimi posti aggiuntivi. Il noleggiatore di Putifigari era il mitico sig. Podda, un simpatico personaggio, più largo che alto, che accompagnerà la squadra in trasferta per i successivi anni. Bagagli anche sull’ “imperiale” posizionato sul tettuccio della 1400 con i giocatori stipati come sardine. Immaginare quale fosse all’ arrivo la condizione dei giocatori che avevano meno di un’ora per sgranchirsi le gambe, vestirsi e effettuare il riscaldamento. Non ho ricordo diretto ma, leggendo il referto, l’inizio della partita posticipato alle 11.27 mi fa pensare ad un nostro arrivo in ritardo.

Dalla prima palla a due e dalle prime azioni appare chiara la disparità fra le due squadre. Da una parte giocatori dotati di tecnica, buoni fondamentali, schemi di gioco – i due fratelli Vallebona , i due Santa Cruz e Canessa – dall’ altra giovani apprendisti armati di grande agonismo , scarsi fondamentali  - a parte Aricò – e spirito indomito. Il risultato finale 87 a 34 rispecchia chiaramente i valori espressi. Quattro i realizzatori Giovanni Cabizzosu 12, Paolo Maninchedda 12, Pino Aricò 8, Roberto Centi 2, ma anche tutti gli altri, Antonello Manca, Salvatore Pinna, Gianfranco Cubeddu un giovanissimo Giuseppe Pilo, Marino Offeddu  - soprannominato Millimetro – che, purtroppo, delle doti richieste per giocare a pallacanestro aveva solo un’ altezza sopra i 2 metri, Gianfranco Cubeddu e il sottoscritto che negli ultimi minuti si guadagna due liberi ignobilmente sbagliati corsero, saltarono, lottarono e si impegnarono al massimo delle loro capacità sul cemento di quel  campo all’ aperto circondato dalle pozzanghere che la pioggia aveva formato.

Partita finita, coda fra le gambe e pranzo in una trattoria in centro proprio di fronte all’ Ospedale Militare a commentare l’esperienza appena vissuta e a riflettere su quanto la realtà si discostasse dalle nostre aspettative. Ma che la Congregazione fosse veramente forte, lo dimostrò la partita di ritorno a Sassari il 20/01/1963 che si concluse con un’altra sconfitta, 42 a 69 , malgrado la squadra si fosse rinforzata con tre giocatori veri: Peppino Tatti, Adriano e Valerio  Mazzanti. In questo ritorno misi a referto 1 punto su 4 liberi tirati avendo la conferma, se mai ne avessi avuto bisogno, di essere una schiappa. Solo da poco ho rivalutato la mia percentuale quando ho visto un professionista come Eyenga inanellare un orribile serie di 0 su 9 dalla lunetta. 

Dopo questa prima partita ne ho giocate altre, ne ho conferma da Valerio Mazzanti e dai referti che Piero mi ha mandato, eppure solo in questa trasferta è concentrata la quasi totalità dei ricordi e delle sensazioni ed emozioni vissute sul campo di gioco. Ed è singolare come il tempo le elabori e le trasformi. Allora la delusione per la sconfitta, i tiri sbagliati e la sensazione che la Dinamo avesse imboccato una strada sbarrata era predominante. Adesso tutto è cambiato, avere indossato quella prima canotta n° 9 ed essermi impegnato insieme a quegli indimenticabili compagni di squadra senza mai arrendersi di fronte ad una manifesta inferiorità mi riempie di orgoglio e , nel mio immaginario, quella bruciante sconfitta si trasforma in una fulgida vittoria. Perché, a ben pensarci, quella non era una partita qualsiasi e la strada imboccata era tutt’altro che sbarrata ma era solo l’inizio di un luminoso cammino.

 

Bruno Sartori

 

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Sassari, 02 aprile 2020

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna