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24 Feb 2022

Il Carnevale entra nel vivo con Oristano che si ferma per diventare uno dei punti focali dell'Isola che danza. C'è la Sartiglia. Festa dai mille simboli, festa della magia, della prosperità e della miseria, del dolore e della speranza.

 

Per via delle disposizioni governative e dei protocolli di sicurezza, il carnevale non potrà essere in presenza.

 

Da Via Sant'Antonio, passando per il Duomo, sino a Via Vittorio Emanuele e Piazza Manno, un fiume di persone, provenienti dalle città e dai paesi di tutta l'isola oltre che turisti da tutta Europa, si accalca ai bordi di un tracciato di terra e paglia. Ad ogni edizione, su quel percorso pestato dagli zoccoli dei cavalli si riversano secoli di storia. E un fragore di urla e applausi guida le gesta del cavaliere, quando la spada trafigge la stella.

Prima delle acrobatiche e spericolate Pariglie, che regaleranno emozioni e paure sino al tramonto, su Componidori dovrà tenere fede ad un ultimo rito, sa Remada, con il Cavaliere costretto a percorrere di corsa la pista disteso di schiena sul dorso del cavallo. Solo allora la Sartiglia potrà essere dichiarata conclusa e il rito definitivamente consumato.

L’ORIGINE DEL TERMINE

Il termine Sartiglia deriva dal castigliano Sortija, a sua volta derivante dal latino sorticula, ossia anello, e trattiene in sé il diminutivo sors, fortuna. Le origini della giostra affondano negli antichi tornei cavallereschi militari, nella corsa alla stella con spada e sciabola, che si è tramandata negli anni. Essa consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare il bersaglio appeso a un nastro verde, sfidando la sorte.

La Sartiglia 2008 viene ricordata per la Stella d'Oro de Su Componidori del Gremio dei Contadini Attilio Balduzzi (per i centri con spada e stoccu), e per l'eccezionale Remada de Su Componidori del Gremio dei Falegnami Furio Tocco.

IL SIGNIFICATO

La Sartiglia non è una semplice celebrazione dei riti carnevaleschi, non è nemmeno la riproduzione di una giostra medioevale, né una mera esibizione di audaci e aitanti cavalieri. Dentro la Sartiglia convivono elementi di tradizione e cultura tramandati da centinaia o forse migliaia d'anni. In questa manifestazione, che ad Oristano è vissuta con intensità emotiva indescrivibile sin dai tempi del Giudicato d'Arborea, sopravvivono probabilmente alcuni degli aspetti più interessanti e inesplorati della ritualità pagana, contaminata dai cerimoniali di origine cristiana. La Sartiglia di Oristano trae presumibilmente origine dal gioco dell'anello, sortija, contaminandosi di tutti quegli elementi pagani che sono propri di questo popolo. La corsa della Sartiglia è infatti legata alla ciclicità delle stagioni e ha ragione di esistere in quanto propiziazione del raccolto. Il Componidori è il tramite divino che agisce per l'ottenimento del risultato.

Nella Sartiglia del 2018, del Gremio dei Contadini, la pariglia de su Componidori del Gremio dei Falegnami centra 3 stelle su 3.

I PROTAGONISTI

I GREMI

I gremi sono le antiche corporazioni delle arti e mestieri che nascono sotto la dominazione aragonese, dotate ognuna di un proprio statuto di derivazione barcellonese. Il termine Gremio si ritrova solo a partire dal XVIII secolo e deriva dal mettersi "in grembo" cioè sotto la protezione di uno o più santi patroni. A Oristano fino al XIX secolo erano attivi sette Gremi: Muratori, Scarpari, Ferrari, Falegnami, Figoli, Sarti e Contadini. Vennero aboliti per legge nel maggio del 1864 ma alcuni sopravvissero trasformandosi in società di mutuo soccorso, perdendo gli obblighi legati al mestiere ma preservando quelli religiosi. Ad oggi sopravvivono il Gremio dei contadini, sotto la protezione di San Giovanni Battista, quello dei falegnami, sotto la protezione di San Giuseppe e quello dei muratori sotto la protezione di Santa Lucia. Al Gremio dei Contadini (bandiera rossa) sono affidate le fasi cerimoniali della Sartiglia che si corre la domenica, mentre a quello dei Falegnami (bandiera rosa e azzurra) quelle del martedì. In occasione della festività del santo patrono vengono rinnovate le cariche sociali e si procede alla nomina de is Oberaiu Majoris per il Gremio dei Contadini e del Majorale en Cabo per il Gremio dei Falegnami, cui spetta il compito di scegliere su Componidori.

SU COMPONIDORI

Le usanze stratificate nel tempo fanno da contorno all'unico vero protagonista: su Componidori e la sua maschera androgina. È lui il Signore della Festa. Uomo e donna al tempo stesso, né femmina né maschio, su Componidori nasce nel corso di una vestizione pubblica, celebrata da ragazze che indossano costumi antichi. La Sartiglia comincia con la vestizione del Capo Corsa, uno dei riti più impenetrabili della tradizione sarda. Un tempo il diritto di essere scelto come Componidori era appannaggio dei soli nobili oristanesi. Il primo Componidori donna gareggia nel 1973.

TAMBURINI E TROMBETTIERI

Essendo la giostra di origine cavalleresca ogni momento è scandito dai ritmi dei tamburi e dai suoni delle trombe a sottolinearne l'importanza e contribuendo così alla sua solennità. Ogni passo ha il suo significato, viene tramandato da secoli e imparato a memoria. Il suono dei tamburi e gli squilli delle trombe hanno inoltre una funzione di sicurezza, avvisano infatti della discesa in pista di un cavaliere, invitando così a sgomberare il percorso per evitare incidenti. Dal 1861 i trombettieri suonano le prime 6 note dell'inno del Regno D'Italia come Regio Decreto del 1861 n°1654 come volere di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II che fu il primo a indire la Sartiglia come festa nazionale sarda

IL PERCORSO

Al termine della Sartiglia su Componidori ricompone le pariglie, formate da terzetti di cavalieri e cavalli affiancati, e percorre la via Eleonora, la piazza Eleonora, il corso Umberto fino alla piazza Roma, immettendosi nella via Mazzini per dar vita all'esibizione delle pariglie; questa corsa consiste nel percorrere la lunga e diritta via Mazzini mentre i cavalieri fanno delle evoluzioni di vario tipo sui propri cavalli lanciati a galoppo sfrenato. I più abili e temerari sono capaci anche di stare in piedi ai due lati tenendo sulle spalle il compagno al centro che sta in verticale governando i tre purosangue che appaiati galoppano alla massima velocità. L'unica pariglia (Terzetto) che non può esibirsi è quella de su Componidori, che si dovrà limitare a fare una galoppata mentre i due compagni ai suoi lati gli reggono le redini (talvolta poggiando le mani sulle spalle dei compagni); infatti, non potendo rischiare di cadere e toccare il suolo, non gli è concesso tentare acrobazie.


I SIMBOLI

SU STOCCU è un'asta di legno lavorato con la quale il capocorsa e su segundu cumponi (a discrezione de su Componidori anche su Terzu) si possono cimentare una seconda volta nella corsa alla stella. Essendo questa sorta di lancia più grossa rispetto alla spada, centrare la stella è più difficile e riuscire nell'impresa è considerato indice di grande perizia, particolari acclamazioni vengono tributate al Componidori che riesca a centrare la stella sia con la spada che con su stoccu, guadagnandosi la stella d'oro.

Rimane agli annali la Sartiglia 2003 del Gremio dei Contadini, guidata da Gabriele Pinna, il quale riuscì a cogliere due volte la stella, evento che per un capocorsa non si verificava da 25 anni (1978). Ancora più raro è che lo stesso cavaliere riesca a centrare tre stelle nelle due giornate fregiandosi della stella di platino, dopo decenni l'impresa riuscì ad Angelo Bresciani nel 1988.

SA PIPPIA DE MAJU (mazzo di mammole), è una sorta di scettro che sta a simboleggiare l'arrivo della primavera e quindi la fertilità. Le due estremità sono composte da mazzi di viole mammole che, con alcune ore di lavoro, vengono unite ad un fascio di pervinche avvolto in una fettuccia di lino verde che ha la funzione di robusta impugnatura. Brandendola il capocorsa manifesta la propria autorità e, con ampi gesti a forma di croce, impartisce la propria benedizione.

STELLA Obiettivo dei sartiglianti è centrare con spada o stoccu l'anello a forma di stella. Attualmente vengono utilizzate stelle a sei o a otto punte, ma fino al XX secolo si ha notizia di stelle a cinque punte e con un foro più grande di quello attuale, il che rendeva la Sartiglia più ricca di stelle centrate rispetto ai giorni nostri.

CURIOSITA’

Il cantautore Vinicio Caposella, nell'album Canzoni della Cupa, ha dedicato una canzone alla figura di Componidori.

 

Sassari, 24 febbraio

Ufficio Comunicazione Dinamo Banco di Sardegna