
A partire dai prossimi giorni in tutti gli Store biancoblu sarà possibile acquistare il libro del giornalista del Corriere dello Sport Andrea Barocci dedicato alla stella dell'NBA Kobe Bryant.
La Dinamo Banco di Sardegna comunica che, a partire dai prossimi giorni, presso tutti gi Store Dinamo e i punti vendita biancoblu, sarà possibile acquistare il libro “Un italiano di nome Kobe.Il nostro amico Kobe Bryan, una storia mai raccontata” scritto dal giornalista Andrea Barocci e uscito pochi giorni fa. Il libro è dedicato al campione NBA Kobe Briant e racconta la sua esperienza italiana, vissuta tra il 1984 e il 1991, quando suo padre Joe era in forze alla Sebastiani Rieti per poi passare a Reggio Calabria, Pistoia e infine Reggio Emilia. Un racconto inedito e ampiamente documentato che mostra come Kobe abbia fatto sua la esperienza italiana trasferendola nella sua carriera e nella sua vita. La prefazione è di Ettore Messina, vice allenatore dei San Antonio Spurs. Il libro, edito da Absolutely Free editore, verrà presentato prossimamente a Sassari: tutte le informazioni relative alla presentazione verranno prontamente fornite sul sito ufficiale biancoblu www.dinamobasket.com e sui nostri canali ufficiali.
Andrea Barocci. Giornalista romano, professionista dal 1989 è il responsabile della rubrica basket del Corriere dello Sport-Stadio. Per il Corriere ha seguito i principali eventi cestistici della Capitale degli ultimi anni. Nel 2011 ha vinto il Premio Reverberi, l'Oscar del basket che va al miglior giornalista italiano dell'anno.
Il libro. A sette anni si calava dal balcone della villetta dove viveva per correre verso il campetto all'aperto dei padri Stimmatini di Rieti. A nove costruiva canestri improvvisati in un parcheggio di Pistoia. A undici andava a scuola dalle suore a Reggio Emilia e giocava a biliardino. Come un qualsiasi bambino italiano. Ma Kobe Bryant era nato a Philadelphia il 23 agosto 1978. Poco tempo dopo quell'avventura nel nostro paese sarebbe diventato uno dei miti dello sport mondiale, vincendo cinque titoli NBA e due ori olimpici. Risultato raggiunto grazie anche, o forse soprattutto, al fatto di essere cresciuto in Italia. Assimilando una cultura e un'organizzazione di vita differenti anni luce da quelle in cui erano immersi i coetanei americani. Sui nostri campetti ha imparato i fondamentali del basket, il senso della sfida, ha capito cosa volesse dire sentirsi libero. Come? Ce lo raccontano i compagni di squadra, i coach, gli amici di un tempo. Episodi che aiutano a comporre il ritratto di un grande personaggio. La curiosa avventura per un autografo chiestogli quando indossava la maglia della Reggiana, l'incontro con Clarence Kea in un autogrill. I retroscena di quella volta in cui ballò sul palco al concerto di un famoso rapper. E poi l'approccio con il basket della futura leggenda quando era ai primi passi sul parquet. "Mi faccia giocare allenatore, io fo canestro" implorava con accento toscano. Era vero. Non ha più smesso.
Sassari, 10 giugno 2015
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna