
La partita della Dinamo a Milano dura poco più di cinque minuti, il tempo di un discreto approccio e di un’Olimpia con le ruggini delle ultime due sconfitte.
Il campionato non ti regala niente, non concede sconti, il livello si è alzato ancora, Trieste e Trapani da neopromosse hanno destato grande impressione, Sassari con undici giocatori nuovi è in ritardo sulla tabella di marcia. Non tanto per la sconfitta con i campioni d’Italia che è preventivabile, ma per la strenua ricerca della chimica e dell’equilibrio di squadra, elemento imprescindibile per lottare contro chiunque.
Avevamo scritto che il precampionato poteva essere falso come una moneta da cinque euro e che la realtà sarebbe stata diversa, ma avevamo intravisto segnali molto incoraggianti dal punto di vista dell’amalgama, del lottare e dell’essere già un gruppo nonostante i tanti cambiamenti. Le prime due partite ci hanno fatto fare un salto all’indietro, una sorta di ritorno al punto di partenza.
La testa significa tantissimo nel basket, a volte molto più della tecnica e della tattica, la sconfitta con Bonn ha lasciato scorie imprevedibili in un roster che sembrava già essere bello duro e tosto. La buona notizia è che sono passate solo due partite, serve una vittoria per svoltare, un successo che darebbe morale e fiducia dopo la delusione dell'arretramento in Fiba Europe Cup.
In Europa non esiste partita facile anche nella competizione sotto la BCL, la Dinamo ha la grande chance di lasciarsi alle spalle una brutta settimana e di avere due partite spartiacque del proprio inizio di stagione. La prima martedì sera alle 20.30 a Lisbona, la seconda domenica alle 12 contro Napoli.
Le critiche sono giustissime e sacrosante, adesso però è il momento di restare uniti, di compattarsi e di trovare la chiave per girare l’inerzia. Quella chiave è da ricercare dentro, all’interno, in palestra, nel quotidiano, un mattoncino alla volta.







