
Manca davvero un centesimo per fare l’euro. La Dinamo ancora una volta con le spalle al muro reagisce, rimonta e arriva ad un soffio dal ribaltare il match contro Trento, forte del suo grande momento in campionato e dell’impresa contro l’Hapoel Tel Aviv, ma non completa l’opera. La squadra di Galbiati gioca leggera, ha taglia, fisicità e talento, mette in difficoltà il Banco che prova a resistere. Lamb sembra spaccare il confronto nel 3° quarto e chiudere la sfida, ma la Dinamo ha un’anima, non si vuole arrendere, commette degli errori ma ci prova, Veronesi porta energia, la sensazione è quella di una squadra che cresce ma non è ancora abbastanza compatta e solida per riuscire a portare a casa certe partite contro avversari di alto livello.
Nel momento peggiore Sassari combatte, aggredisce, difende, ci prova in tutte le maniere. Per la prima volta in stagione il palas è completamente coinvolto, parte la rimonta, la Dinamo ci crede, Cappelletti gioca una delle sue migliori partite in maglia biancoblu per impatto e presenza sui due lati del campo, Bibbins è micidiale in versione finalizzatore, Renfro è chiave in difesa.
Il parabolone del folletto californiano fa esplodere il pubblico, la Dinamo sciupa il possesso del sorpasso e un paio di bombe aperte, Mavugbe e Cale chiudono la contesa con due giocate risolutrici, Trento fa pokerissimo, il Banco si interroga sui momenti in cui la partita è sfuggita di mano.
Il secondo tempo è stato sicuramente il migliore della stagione, la difesa è assolutamente salita di livello i giocatori hanno dato tutto, manca la consistenza per 40 minuti, manca ancora di riuscire a trovare più protagonisti all’interno del match, c’è bisogno di tutti, avevamo detto che sotto gli 80 punti la Dinamo avrebbe vinto, da lì parte tutto, dopo Brescia un altro passo in avanti, ma non basta. Certezze e sorrisi si costruiscono con le vittorie, quelle che oggi ha Trento.







