
Ieri le celebrazioni dei sessant’anni biancoblu si sono chiuse con la diretta su Dinamo Tv con i padri fondatori, il presidente Sardara e il capitano Devecchi
Una giornata di festa, nonostante il lockdown e le limitazioni dovute all’emergenza Covid-19: ieri tutto il mondo Dinamo ha celebrato i sessant’anni del club, attraverso un ricco palinsesto che è partito da presto sui canali biancoblu. Ad aprire le danze la lettera scritta dai padri fondatori in occasioni di questa importante ricorrenza a cui si sono susseguite iniziative ad hoc perchè il 23 aprile restasse una giornata memorabile: dalla pubblicazione del numero speciale 60 anni di DinamoMania al video con gli auguri di quasi 140 volti diversi legati alla storia del club. Una maratona di festeggiamenti che si è chiusa, prima della messa in onda di Gara 7 finale scudetto con Reggio Emilia, con la diretta su Dinamo Tv insieme a tre dei padri fondatori, il presidente Stefano Sardara e il capitano Jack Devecchi.
Graziano Bertrand, Bruno Sartori e Rosario Cecaro hanno dialogato in diretta sui sei decenni del club, ripercorrendo idealmente le tappe fondamentali della crescita di quelle Polisportiva nata sul campetto della scuola di San Giuseppe: una realtà che non avrebbero mai immagino potesse diventare protagonista del panorama cestistico italiano e continentale ma che, anno dopo anno, hanno iniziato a realizzare stesse diventando qualcosa di grande.
“Quando ci siamo riuniti il primo giorno nel campetto di San Giuseppe a fare quei quattro tiri in un canestro senza retina, molto storto e col tabellone di legno non avremmo mai pensato di raggiungere questi traguardi _ha spiegato Graziano Bertrand_. La consapevolezza che qualcosa di grande stava nascendo è arrivata quando abbiamo battuto la Lazio che allora era uno squadrone, poi la promozione in A2 sconfiggendo Siena e la promozione in serie A che è stata la cosa più bella che abbia mai vissuto. Lo scudetto sì è stata un’emozione grandissima ma anche gli anni precedenti che ci hanno fatto crescere ci hanno fatto capire che avevamo fatto qualcosa di bello”
Gli fa eco Bruno Sartori: “Se proprio devo andare indietro nel tempo penso allo spareggio contro Formia a Cagliari che ci ha fatto giocare per la prima volta un campionato nazionale e poi il passaggio in A2, lo spartiacque per giocare ad un altro livello”.
Infine Rosario Cecaro: “La società ha sempre avuto una vita sotto vari aspetti molto precaria e personalmente ho sempre avuto paura che potesse accadere qualcosa di brutto alla nostra Dinamo. La consapevolezza è arrivata da qualche anno, l’ho avuta con l’arrivo della presidenza Sardara quando la Dinamo è diventata un’azienda: questa svolta ci ha dato una maggiore tranquillità sia per il presente ma anche per il futuro”.
Chiamato in causa l’intervento del numero uno della Dinamo Banco di Sardegna, il deus ex machina dell’ascesa degli ultimi dieci anni: “Credo che un’azienda sia costituta dal capitale umano e dai mezzi finanziari ma avendo questi due elementi senza i principi fondanti non si va da nessuna parte _ha spiegato Stefano Sardara_. Gli elementi fondanti non li ho portati io, ce li hanno trasferiti i fondatori che fin dalla nascita ai giorni attuali hanno portato avanti un modo di interpretare il club in maniera differente. La Dinamo è molto più di un club, è un modo di essere, senso di appartenenza, non è soltanto un canestro in più. È il grande lascito dei padri fondatori, la Dinamo lo ha dimostrato anche in un momento come quello di oggi che è molto più di un gioco. Abbiamo un modo di vedere le cose in un modo diverso dagli altri club”.
Prima di rivivere Gara 7 di finale scudetto, quella che il 26 giugno 2015 ha portato la Dinamo e un’isola intera sul gradino più alto dell’Olimpo italiano del basket, il saluto e l’augurio anche del capitano Jack Devecchi: “Ricordo quella storica Gara 7, arrivavo da una notte in bianco come ogni notte prima di una finale in maglia Dinamo: la tensione c’era e si è vista nel primo quarto che abbiamo disputato. Ho un ricordo nitido della riunione che avevamo fatto con tutti i ragazzi il pomeriggio nella terrazza dell’hotel un momento speciale in cui ci siamo guardati negli occhi e ci siamo caricati a vicenda. Sportivamente è stata la gioia più grande mai vissuta e sono fiero di aver scritto una pagina di storia di questo club che mi ha dato tanto a cui voglio ancora continuare a dare tutto quello che ho”.
Sassari, 24 aprile 2020
Ufficio Comunicazione
Dinamo Banco di Sardegna





