A fine partita erano tutti arrabbiati, c’è stata la grande percezione durante tutto l’incontro che la Dinamo potesse compiere una clamorosa impresa, violando il Forum di Assago in gara 2 delle semifinali playoff Scudetto. Nessuno ancora in campionato ci è riuscito, 19 vittorie in altrettante partite, una squadra di Eurolega che ha dovuto tirare fuori il meglio del proprio repertorio per avere ragione di una straordinaria Sassari, mai doma, combattiva, con sprazzi di altissimo basket.
La notizia più bella è che la Dinamo è diventata una vera squadra, un vero gruppo, ha un’identità precisa, ha costruito nel corso della stagione un modo di stare in campo di alto livello, pareggiando la qualità anche con una squadra di profilo Final Four di Eurolega con un budget pazzesco e rotazioni da far paura.
Troppo facile con il senno di poi parlare di scelte, errori, stanchezza, non esiste niente di tutto questo, esiste una squadra con dei giocatori che hanno vinto Euroleghe e Scudetti, che hanno un’esperienza incredibile contro una squadra che ha tirato fuori il massimo delle proprie possibilità, arrivando solo un po’ corta alla linea del traguardo. Ma mai come in gara 2 Milano ha rischiato di lasciarci la pelle, Messina ha fatto ricorso a tutti i suoi veterani e giocatori più rappresentativi, lasciando briciole a Grant e Biligha, niente ad Alviti e nel momento clou tenendo seduti Bentil e Datome. Ha spremuto i suoi veterani, chiedendo gli straordinari anche a Melli, altrimenti avrebbe perso, la furia agonistica di inizio 3° quarto sembrava poter spazzare qualsiasi squadra, non questa Dinamo, che ha resistito, che ha lottato, che ha recuperato palloni per fare male in campo aperto. L’area è diventata una tonnara, fischi un po’ contestati, rimesse comprese, Sassari si è sempre rialzata, è arrivata a -1 con Logan, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, sono stati fatali gli ultimi due minuti e mezzo ma che partita per la Dinamo. Il break del 2° quarto è stato uno spettacolo allo stato puro, la tecnica di Bilan e Bendzius ha trascinato la squadra biancoblu fino ad un passo dal traguardo. Sarebbe veramente stata l’impresa dell’anno. C’è chi parla di Burnell in panchina, di Kruslin, del tiro da 3, di Bucchi, degli errori nel finale, ma ci rendiamo conto di come la differenza tra una squadra pazzesca come quella di Milano e la Dinamo si sia completamente assottigliata, di come Sassari abbia giocato alla pari contro la miglior versione dell’Olimpia, che ha dovuto giocare un 2° tempo di altissimo livello per portare a casa il successo. Questa è la realtà, il Banco deve essere fiero di ciò che ha fatto, arrabbiato per non aver vinto, ma orgoglioso di essere diventata una squadra eccellente, competitiva, unità, con giocatori che si buttano per terra, che hanno coraggio, che hanno fatto di tutto per pareggiare la serie. Il resto sono solo chiacchere da bar, basterebbe citare Rodriguez, Shields, Hall, Hines, Bentil, Datome, Ricci (che l’anno scorso vinceva lo Scudetto ad oltre 25 minuti di media). E sapete una cosa, Milano ha 4 stranieri in tribuna e gioca meglio senza Delaney, questa è la verità, il playmaker è grande giocatore ma senza di lui l’Olimpia è più squadra, affida il pallino del gioco al Chacho che è un fuoriclasse e poi al tuttofare Hall supportato da Baldasso, scoperta chiave del pacchetto italiani dell’Armani. Meno isolamento, più circolazione di palla, più coesione, questa è la nostra idea.
Adesso la Dinamo proverà a farsi spingere dal suo popolo che ha acquistato tutti i biglietti per gara 3, che vuole godersi lo spettacolo e spingere la sua squadra a cercare l’impresa. Non si sa quante energie residue siano rimaste nel serbatoio del Banco, una cosa è certa, il cuore, lo spirito, la voglia di non mollare saranno alla massima capacità possibile, lo ha detto anche coach Bucchi, ci vediamo a Sassari, nessuno ha voglia di perdere, tutti vogliono almeno giocare anche gara 4, questa squadra se lo merita.