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04 Apr 2022

Se Paolo Sorrentino avesse deciso di scrivere una sceneggiatura sulla Dinamo per la partita con Milano, non so se sarebbe arrivato a pensare a qualcosa di così straordinario. L’abbraccio del pubblico al Poz, la maglia dei giganti, le lacrime, la mano di Dio di Gerald Robinson ambientato nel PalaSerradimigni di un tempo, la notte dei sogni e delle stelle, il boato del pubblico a 8” dalla fine, lo stesso che accompagnò Dyson in gara 6 della finale Scudetto, Logan e Devecchi come nelle sfide epiche con Milano, un Bendzius totale, il vero impatto di Miro Bilan, chiave del match, fondamentale.

Quando Milano ti stritola a metà campo con la difesa, non ti lascia respirare e ti costringe a girare a largo dal pitturato, avere un centro boa della tecnica, dell’intelligenza e della qualità di Bilan, è un’arma che dimostra il potenziale della scelta mercato. È successo quando le straordinarie percentuali di Sassari si sono gioco forza abbassate, lì c’è stato il vero successo del Banco, sotto nel punteggio, con le energie ridotte, con problemi di falli, il cuore, la mentalità, la lucidità nello scegliere gli attacchi e nel buttarsi in difesa hanno creato il finale da sogno, la partita perfetta.

I numeri certificano quello che l’energia, la difesa e la voglia di crederci fino alla fine hanno determinato nel piegare forse in questo momento la squadra più forte in Europa. Solo 9 palle perse contro la miglior difesa del continente, 19/34 da 3 punti con record stagionale assoluto di triple segnate, David Logan che eguaglia il suo primato di 8 bombe dall’arco, sembrava la finale di Desio contro l’Olimpia, quella notte da MVP che ha ripetuto, 35 minuti di altissimo livello a 39 anni con lo stesso sguardo, la stessa flemma.

È la notte che non regala due punti pesanti alla Dinamo, quello è importantissimo ma non rende esattamente il peso specifico di quanto è accaduto per il morale, il pubblico, la consapevolezza di essere veramente competitivi, la certificazione della bravura di coach Bucchi che non ha sbagliato mezza mossa, andando piccolo all’inizio contro la squadra più fisica.

Prendiamo in prestito la canzone di Jovanotti, è la notte dei desideri realizzati, abbiamo fatto finta di sfregare la lampada di Aladino, ma tutto quello che avevamo sognato per la sfida con Milano si è avverato, la dedichiamo al nostro pubblico, al nostro popolo che ha rivissuto una di quelle notti che sono entrate nel DNA della Dinamo.