Salta al contenuto principale
31 Mar 2020



Cinzia racconta la sua prima trasferta per Pistoia-Dinamo nel 2016

La mia prima trasferta, la ricordo come se fosse ora. Una vita che tifo la Dinamo ma vuoi per un motivo o per un altro seguire la squadra oltremare era un’utopia. Il mio sogno però finalmente si realizza quando Marco pubblica il post con il preventivo del viaggio per la trasferta di Pistoia, lì mi dico: “Cì questa è la volta buona”. 

Accetto immediatamente. Si parte in nave, cosa che non facevo dalla gita scolastica della 5° superiore. La casa prenotata costa veramente poco e mi viene da pensare “chissà in quale bettola finiremo” e poi i compagni di viaggio con cui ci conosciamo appena. Non ne parlo con nessuno, mi auto convinco che andrà tutto bene. Con il tempo capirò che è stata la scelta più giusta che abbia fatto negli ultimi anni perché alcuni di quei compagni diventeranno amici con cui condividerò tante altre trasferte, viaggi, gioie e dolori in Biancoblu. 

Partiamo il 23/04/2016 carichi di entusiasmo e cibo. Al porto incontriamo i ragazzi di Berchidda e di Oschiri con il loro carico di panadas, formaggi vari e ottimo vino, preludio della prima edizione di cofani aperti in trasferta. Pistoia è una piazza calda e difficile; mi raccontano di precedenti turbolenti, un po’ mi spavento ma la vocina continua a dirmi andrà tutto bene. Il viaggio passa tra le nostre chiacchiere e risate che il buon vino aiuta a rendere più fragorose. Arriviamo presto a Livorno, quindi perché non andare a fare colazione a Pisa? Quando arriviamo la città sonnecchia ancora e Piazza dei Miracoli è tutta per noi. E' uno spettacolo vederla pian piano prendere vita. Continuo a guardarmi intorno con il sorriso stampato sul viso, felice e in completa armonia con tutto e con tutti. 

Fatte le foto di rito ci muoviamo verso Livorno dove prendiamo possesso della casa. Con mia grande sorpresa la casa è bellissima dormiremo comodi, al caldo e a prezzi veramente stracciati. Imparerò a fidarmi di più di chi organizza trasferte da tanto tempo a budget ridotti. L' adrenalina sale man mano che si avvicina l'ora della partita. Per stemperare un po' la tensione decidiamo di partire presto per Pistoia con l'intenzione di visitare la città. Diluvia ma non sarà la pioggia a fermarci. Visitiamo una bellissima mostra di indiani d'America. Intanto inizia un frenetico scambio di messaggi e telefonate con gli altri tifosi sardi che arrivano da diverse città come Milano, Bologna etc. Ci dirigiamo verso il palazzetto. Finalmente ci siamo, siamo una quarantina tutti lì fuori dal palazzo. Prendiamo le nostre sciarpe, le bandiere e senza sapere bene cosa aspettarci contiamo fino a tre e entriamo nella curva a noi riservata. Ci siamo, mi guardo intorno, fa strano vedere un altro palazzo, la cosa che mi colpisce più di tutte è la curva, la loro sciarpata che si estende poi in tutti i settori e la più bella e compatta che abbia mai visto. Tutti hanno la sciarpa al collo e tutti la sollevano, segue poi un bellissimo coro. cantano tutti. Brividi. Nel frattempo abbiamo allestito la nostra curva esponendo l'immancabile quattro mori, il bronzetto nuragico e il cartello di Susanna.

Socializziamo e iniziamo a lanciare i cori per incitare la nostra squadra. Certo è poca roba, i tamburi e i cori dei padroni di casa si fanno sentire, eccome se si fanno sentire. Ma anche noi nei pochi momenti di silenzio facciamo sentire il nostro sostegno alla squadra. E palla a due, partiamo bene e i primi due quarti sono nostri arriviamo anche al +17. Ci crediamo. Purtroppo però perdiamo. In un primo momento la delusione è tanta ma dura poco e svanisce presto. 

Salutiamo i nostri ragazzi e poi apriamo i nostri cofani per consolarci, banchettando e coinvolgendo due giovani studenti fuori sede che nostalgici quasi si commuovono nel vedere e gustare tante prelibatezze nostrane. La nostra serata non è ancora finita, ci guardiamo e ci diciamo “Ebbè ma una birretta a Firenze non ce la facciamo”? Neanche il tempo di rispondere che siamo già in viaggio. Pistoia è stata la prima e da quel momento non mi sono più fermata: Reggio Emilia, Bologna, Rimini, Forlì, Trento e ce ne saranno tante altre perché  seguire la squadra in trasferta è ogni volta un esperienza fantastica sia che si vinca o che si perda.

Prima trasferta zero vittoria…eh no, sbagliato, Io ho vinto comunque, noi abbiamo vinto e quanto è grande la mia vittoria lo capirò con il tempo.

 

Cinzia Cattari - Orgoglio Biancoblu

 

Vuoi raccontare la tua storia biancoblu? Invia il racconto con una foto all’indirizzo mail ufficiostampa@dinamobasket.com, le più belle saranno pubblicate sul nostro sito ufficiale

Sassari, 31 marzo 2020

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna