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18 Mar 2020

Il racconto di Elisa ci riporta alle finali promozione nella massima serie del 2010

06 giugno 2010, Gara 1 playoff promozione: io e mia sorella siamo davanti alla tv e la Dinamo è stata appena sconfitta, è in quel preciso istante che decidiamo che bisogna partire. 

Non c’è molto tempo per organizzare bene le cose, Gara 2 si gioca a Frosinone e lì non troviamo un hotel disponibile -o quanto meno uno che si addica alle nostre tasche- ma non ci scoraggiamo e la fortuna ci premia, abbiamo un amico a Roma che ci promette di venire a prenderci in serata permettendoci di dormire nella capitale. 

È fatta, 24 ore dopo stiamo partendo. Sembrerebbe il racconto di una normale trasferta organizzata in due minuti. Il fatto è che io avevo 19 anni e mia sorella 24, e in due avevamo un’esperienza pari a zero. 

Lo si capisce già quando arriviamo a Olbia, siamo al porto e la nave è lì, enorme, come entriamo? Un po’ come se dovessimo salire su un pullman, iniziamo a infilarci in mezzo alle macchine per dirigerci verso quello che crediamo sia l’ingresso. Qualcuno però ci intercetta e ci fa capire che no, non funziona così, c’è una stazione marittima e dobbiamo fare anche un check in; quindi prendiamo la direzione giusta, ci dicono di seguire gli “omini gialli” ed eccoci dentro la nave. 

Penso “ce l’abbiamo fatta! Questa era la parte più complicata”. Il viaggio poi è fantastico, il mare è una tavola e troviamo tanti altri tifosi che come noi stanno raggiungendo Roma per andare a vedere la partita, non siamo le sole ad aver sentito il richiamo. La squadra ha bisogno di sostegno e noi ci crediamo davvero questa volta, la serie A non è così lontana.

Quindi si chiacchiera di basket per tutta la mattina e in men che non si dica siamo già a 

Civitavecchia. Prendiamo quindi il treno per arrivare a Roma da dove poi saremmo dovute subito partire per Frosinone. È qui che la nostra trasferta si complica. Prima di raccontarvi in quale pasticcio ci siamo infilate vorrei sottolineare una cosa: le uniche stazioni che avevo visto fino ad allora erano quelle di Sassari, Alghero e Cagliari, non c’è bisogno quindi che vi venga a raccontare quale immensa differenza ci sia con Termini. 

Termini non è una stazione, è una città e per di più caotica, con treni che partono ogni 10 secondi da mille binari diversi e persone che corrono dietro a trolley che sembrano prendere vita.

Scendiamo dal treno e ci ritroviamo immerse in questo caos, abbiamo già il biglietto per Frosinone dobbiamo “solo” scoprire da quale binario parta il treno e raggiungerlo. Abbiamo però poco tempo così iniziamo a correre un po’ a casaccio fin quando qualcuno, come comparso dal nulla, una visione, ci indica la direzione da prendere. Siamo sul treno. 

Ma su quale treno? Quando pensiamo di essere quasi arrivate e già ci immaginiamo al palazzo per goderci il pre-partita... Compare il mare. IL MARE. Frosinone non era in montagna? “Avremo fatto un giro strano” questo è il mio primo pensiero, la mia mente cerca di negare l’evidenza! Ma mia sorella ha già capito, siamo fregate, siamo di nuovo a Civitavecchia. Non sappiamo se ridere o piangere. Appena scese chiediamo aiuto disperate e un addetto ci fa in un secondo il biglietto e ci infila sul treno per Termini. Di nuovo. Guardiamo l’orario, è tardi. Non possiamo non vedere la partita, non è possibile. Siamo qui, a pochi km dalla nostra Dinamo, dobbiamo trovare una soluzione. E alla fine la troviamo, la soluzione ha un nome: è Daniele il nostro amico di Roma. Ride un po’ di noi ma alla fine decide di salvarci, ci dice di non fare un passo appena scendiamo dal treno, vieni lui a prenderci e ci porta in macchina a Frosinone (ha forse paura che ci infiliamo di nuovo su un treno e di doverci venire a prendere a Milano?). È così che arriviamo al palazzo con due quarti di ritardo, siamo già alla pausa lunga ma non importa, siamo li. Possiamo cantare gridare e saltare con gli altri tifosi e alla fine portiamo a casa la vittoria. Che sia un po’ anche merito nostro? 

Ci piace pensare di sì, la serie A è passata anche per una folle trasferta e un treno A/R per Civitavecchia.

 

Elisa Chessa (Orgoglio Biancoblu)

 

Sassari, 18 marzo 2020

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna