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30 Mar 2020

La Dinamo vista da uno degli irriducibili del Commando: il mitico Zuppetta

Che cosa rappresenta la Dinamo per me? Una domanda che mi faccio spesso, soprattutto nei miei momenti tristi e di sconforto. E la risposta che mi do è una soltanto: la Dinamo è la mia valvola di sfogo. Quando la vedo giocare, quando vivo la partita, tutte le cose brutte automaticamente spariscono. 

Non sono masochista né autolesionista ma anche quando perde sul mio volto non mancano mai il sorriso e l'allegria per aver passato due o tre ore piacevoli, e quel che più apprezzo è che la mia vicinanza porta energia positiva anche al nucleo dei miei amici di curva che sono sempre gli stessi, sempre negli stessi posti, magari con qualche annetto in più, ma sempre pronti a dare supporto alla “nostra” squadra. 

Sono un tifoso particolare, un po' strano, talvolta stravagante ma mai invadente (almeno spero...) e il meglio di me viene fuori soprattutto nelle trasferte. Perché un conto è vivere le partite al Palaserradimigni, altra cosa è andare “fuori”, fare i viaggi della speranza, soprattutto negli anni ‘90 quando non c’era neanche il supporto delle tecnologie, con difficoltà nei trasporti e decisioni all'ultimo momento.

Col passare degli anni ovviamente si sono accumulate tante trasferte, tanti viaggi, tutti ricchi di ricordi piacevoli, di aneddoti divertenti, di amicizie “sportive” che fanno e faranno parte della mia vita. Potrei raccontare del viaggio di 8 disperati che “ci credevano” alla Final Eight di Milano contro Milano, quando ci siamo portati via il primo trofeo della nostra storia, la Coppa Italia 2014. Potrei parlare della “mia” prima trasferta a Livorno dove contro tutti i pronostici abbiamo vinto e dove ho ricevuto un panino in faccia lanciatomi da un “tifosotto frustrato”. Potrei parlare delle Final Four di Ferrara, dei play-off con Cremona o con Veroli, della settimana passata a Milano nell'anno ineguagliabile dello scudetto… 

Ma la trasferta che più mi è rimasta nel cuore è quella che ho fatto a Frosinone da solo, una trasferta storica che mi ha fatto conoscere al pubblico di tutta la serie A2 grazie alla mia seconda pelle, il mio striscione (diciamo un lenzuolo bianco) con scritto “Zuppetta c'è”. 

Sono riuscito a sorprendere tutti perché a parte Mario (che mi ha pure affidato lo striscione del Commando) nessuno sapeva delle mie intenzioni, scoperte poi il giorno della partita trasmessa su Rai Sport con telecronaca di Franco Lauro e Bonamico (che ringrazio per le belle parole e i complimenti). 

Fu una bella sensazione avere una curva tutta per me, due striscioni in bella mostra e durante la presentazione ricevetti pure la standing ovation del pubblico ciociaro, una cosa davvero da pelle d'oca. Indimenticabile il bacio mandatomi dopo una tripla dal grande Brent Darby (che purtroppo ci ha lasciato prematuramente) e i saluti di tutta la squadra venuta sotto la “mia” curva alla fine la partita, ovviamente vinta. 

L'esultanza “costruita” richiestami dal cameraman della Rai e poi, la ciliegina sulla torta su questa splendida giornata degna chiusura di una “strana” avventura in terra ciociara: non posso dimenticare il pranzo consumato al cimitero di Frosinone, l'unico posto con panchina all'ombra per mangiare in santa pace. E nemmeno posso dimenticare la cena offerta dal proprietario dell'albergo in quanto unico ospite quel giorno, nonostante avessi pagato solo il pernottamento. La gentilezza della società del Veroli che mi ha permesso di parcheggiare la mia C3 azzurra nei parcheggi interni riservati agli atleti, e tutta la città di Frosinone che mi ha trattato da re e che, ricordandosi di me, mi ha riservato lo stesso trattamento due anni dopo nei play-off, quelli belli con Veroli che ci hanno dato la storica promozione in A. 

Quella promozione che purtroppo ho festeggiato male visto che durante i festeggiamenti un giocatore della Dinamo mi ha sfondato la cappotta della mia C3 (vero Baldassarre?) ma questa è un'altra storia…

Forza Dinamo 

Zuppetta c'è 

1968 vivente

 

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Sassari, 30 marzo 2020

Ufficio Comunicazione

Dinamo Banco di Sardegna