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28 Apr 2020

La diretta con l’Assessora Alessandra Zedda, il presidente Stefano Sardara e il play Marco Spissu insieme ai rappresentanti dei circoli di sardi nel mondo

Storia, identità, appartenenza. Nella giornata dedicata al popolo sardo, con la festività di Sa die de sa Sardigna istituita nel 1994 in ricordo dei vespri sardi del 1794, la Dinamo Banco di Sardegna ha voluto celebrare nel migliore dei modi il profondo legame che la unisce alla sua terra e ai sardi. Riuniti sulla piattaforma digitale di Dinamo Tv l’Assessora del lavoro e vicepresidente del consiglio regionale Alessandra Zedda, il presidente Stefano Sardara e Marco Spissu, play sassarese eccellenza sportiva made in Sardinia, hanno incontrato alcuni rappresentanti degli oltre 120 circoli sardi sparsi nel mondo.

Un incontro carico di significati in un giorno di festa per un’isola intera, nonostante lo stop forzato per l’emergenza Covid-19, che ha permesso agli attori coinvolti e agli spettatori di fare il giro del mondo restando a casa.

A fare gli onori di casa il numero uno biancoblu che ha sottolineato in apertura il profondo legame tra la Dinamo e la sua terra: “La Dinamo è diventato il naturale simbolo della Sardegna, una passione che attraversa tutta la regione come abbiamo visto già durante i playoff 2015 _ha detto Stefano Sardara_ quando lo share ha toccato cifre stratosferiche: durante le finals due televisori su tre in Sardegna trasmettevano le nostre partite.  Il senso di appartenenza a questa terra è qualcosa che sentiamo addosso,  non è uno slogan, la sardità è un valore che abbiamo in testa e nel cuore. Giochiamo con i giganti sulla schiena, portiamo i prodotti sardi su tutti i campi che visitiamo, fa parte di noi e siamo gli ambasciatori naturali della nostra isola. La cosa più importante che per noi è il valore aggiunto è l’orgoglio e la fierezza nell’esportare la sardità in tutto il mondo”.

L’Assessora del lavoro Alessandra Zedda: “Tanti auguri ai sardi in questa giornata speciale, a tutti noi e alla Dinamo. Sono felice di questa serata che ci permette di celebrare insieme a tanti sardi nel mondo la festa del nostro popolo. Quando abbiamo pensato al progetto Casa Sardegna abbiamo scelto la Dinamo come partner e testimonial perché, oltre ad essere eccellenze sportive sono l’espressione della nostra isola, modelli in cui tanti nostri amici emigrati possono riconoscersi. Ovviamente l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci costringe a posticipare i festeggiamenti che avevamo programmato ma non cambia il legame fortissimo che ci lega alla nostra terra e l’iniziativa di stasera è il simbolo di come sia possibile riunirci anche solo virtualmente con i sardi tutto il mondo. Oggi parleremo con tanti giovani che vivono all’estero, seconde e terze generazioni, che però hanno e coltivano un legame fortissimo con la nostra Sardegna che rappresenta un filo conduttore affettivo”.

E non poteva esserci testimonial migliore per il progetto Casa Sardegna, dedicato ai circoli di sardi nel mondo, di Marco Spissu: play classe 1995, nato e cresciuto cestisticamente a Sassari che, dopo essersi fatto le ossa fuori, è tornato a casa diventando un profeta in patria. “È un onore rappresentare la Sardegna _ha detto Marco_ ovunque andiamo riceviamo una grande accoglienza e non c’è palazzetto soprattutto all’estero in cui non abbiamo trovato tifosi sardi arrivati a vederci: mi vengono in mente tifosi in posti lontani come Russia, Polonia, Ungheria. Ovunque vediamo sventolare i quattro mori e questo da sardo mi riempie di orgoglio, capisco il ruolo che abbiamo per queste persone: è una responsabilità e un onore”.

A ricordare un episodio il numero uno biancoblu: “Negli Emirati Arabi ci aveva colpito moltissimo perché c’erano più tifosi sardi che locali, è stato incredibile”. Ma non solo: “In Germania, a Wurzburg, per la finale europea dove abbiamo vinto la Fiba Europe Cup ci hanno raggiunti tifosi da ogni parte _ha ricordato Spissu_: lì ci sono tanti emigrati e abbiamo trovato un’accoglienza calorosissima. Mi vengono i brividi solo al pensiero, abbiamo condiviso con queste persone un momento storico per il club con la vittoria della prima coppa continentale”.

Ospiti speciali della diretta i rappresentanti di alcuni circoli di sardi nel mondo: da Berlino a Barcellona, passando per New York e La Plata. Il primo collegamento con Alexandra Porcu e Giovanni Guccini  del Circolo sardo di Berlino.  Alexandra è nata in Germania ma aveva già incontrato la Dinamo “Ricordo quando la Dinamo ha giocato a Berlino ci è stata data l’opportunità di vivere la partita e incontrare la squadra, siamo fieri di questa realtà e allora ci aveva permesso di confrontarci con un simbolo della nostra identità. La Sardegna ha tante eccellenze sportive e per noi è importante avere un riferimento, siamo fieri di essere sardi e teniamo intatte le nostre origini grazie alle tante attività”. “Quello di oggi è una giornata particolare che cade in un periodo surreale _aggiunge Giovanni_ in altri tempi ci saremmo riuniti nel nostro circolo, essere lontani è dura ma avere un punto di riferimento significa avere una casa anche all’estero. È un valore inestimabile. Siamo orgogliosi di prendere parte a questa iniziativa che virtualmente ci unisce tutti e annulla le distanze”.

Seconda tappa a New York con Francesco Fadda, vice presidente del Circolo Shardana: “Anche noi a New York con i nostri 120 soci avevamo pensato di festeggiare questa ricorrenza, unendo nella data del 10 maggio diverse ricorrenze, con il ventennale della nascita del circolo. Ovviamente il programma è solo rimandato. Anche io seguo appassionatamente la Dinamo in streaming come gli americani sono orfani dell’Nba. Il nostro circolo lavora tanto e pone particolare attenzione al bilinguismo, lo scorso novembre abbiamo partecipato a un panel con un esperto di lingua sarda per iniziare a intavolare anche a New York un discorso su sa limba”.

A intervenire da Barcellona Stefano Bertrand dell’Assòtziu de sos Sardos in Catalugna San Salvador d’Horta: figlio di uno dei padri fondatori della Dinamo, Stefano è stato anche allenatore delle giovanili biancoblu: “Anche qui a Barcellona avevamo in programma diversi eventi tra cui scambi culturali tra lingua basca e lingua sarda, viviamo in una delle regioni bilingui per antonomasia, quindi i bambini fin dalla tenera età imparano sia la lingua catalana sia quella castigliana. Mi piacerebbe che in Sardegna si studiasse fin da bambini il sardo, però credo che sia un patrimonio e la lingua è l’identità di un popolo”.

 

Gli fa eco Mattia Lilliu, Delegato dei giovani per la FASI, federazione dei circoli sardi: “Il nostro è un lavoro iniziato tanti anni fa che continua a essere centrale in tutti i circoli presenti in Italia: lo scorso anno abbiamo lavorato proprio sulle lingue minoritarie. Pensiamo che la lingua sia alla base dell’identità e sia importante coltivare questa parte della nostra cultura. Una ricchezza che non bisogna perdere”.

A chiudere il viaggio virtuale sulla piattaforma di Dinamo Tv è la tappa di La Plata, in Argentina con Maria Victoria Llantada Signorini, Presidente- Circolo Sardo “Antonio Segni”: Vicky che ha incontrato l’Assessora Zedda pochi mesi fa si è presentata con la maglia autografata di Marco Spissu, regalo dell’Assessora. Grande sorpresa per Minispì che è rimasto colpito dalla passione di Victoria e ancor di più dal forte senso di appartenenza. “In Argentina abbiamo sette circoli di sardi ma siamo tutti molto lontani perché il paese è grande e le distanze sono immense, ma nonostante questo siamo sempre tutti uniti, abbiamo come obiettivo comune di trasmettere la cultura sarda. Nel 2012 abbiamo costruito un nuraghe grazie a un progetto regionale, per noi è un simbolo importante rappresenta tutta la comunità sarda di La Plata. Abbiamo iniziato un gemellaggio con il circolo di Biella, che è molto attivo, portando avanti un laboratorio linguistico non solo in sardo ma anche in piemontese e ci unisce tutti sotto lo stesso cielo”.

 

In chiusura i saluti dell’Assessora Zedda, di Marco Spissu e del presidente Sardara al termine di un viaggio virtuale che ha unito i sardi di continenti diversi nel segno dell’appartenenza, dell’orgoglio e della passione.

“Abbiamo fatto un viaggio intorno al mondo _ha concluso il presidente Sardara_ e credo che sia importante tenere aperta questa finestra di dialogo che unisca virtualmente i sardi in tutto il mondo. È stato emozionante percepire nelle seconde-terze generazioni questo forte senso di appartenenza che ben conosciamo, significa che le distanze sono relative, e poterci confrontare rappresenta una bella occasione di crescita, ora più che mai con un’emergenza sanitaria ed economica in corso”.

 

Sassari, 28 aprile 2020

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna